Turismo e agricoltura in difficoltà senza i voucher: quanto c’è di vero?

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L’abolizione dei voucher potrebbe abbattersi sul lavoro estivo oppure non c’è alcuna ombra di rischio per i lavori stagionali? Dell’abolizione del sistema dei buoni lavoro potrebbe risentirne anche il settore turistico, soprattutto perché finora i voucher venivano largamente utilizzati per assumere a chiamata bagnini, baristi, camerieri e addetti agli stabilimenti balneari.

Ecco perché tra commercianti e albergatori si respira malcontento: perché per quanto ci sarà ancora modo di sottoscrivere un normale contratto di lavoro stagionale, di fatto si ritiene che sarà più difficile assumere lavoratori per prestazioni occasionali, magari per far fronte a determinati giorni di maggior lavoro o a situazioni di emergenza. I voucher erano un buon metodo, a detta degli operatori turistici e dei commercianti, proprio per avere forza lavoro saltuaria.

Ad esprimere il disappunto verso la decisione presa dal governo è Alessandro Nucara, direttore generale di Federalberghi: “Abbiamo detto e lo ribadiamo che sarebbe stato meglio andare a referendum. Ma si è deciso altrimenti, per ragioni che sicuramente non avevano nulla a che fare né con le esigenze delle imprese né con quelle dei lavoratori”. Le stesse perplessità sono arrivate dal mondo dell’agricoltura, altro settore in cui i voucher trovavano largo utilizzo e che in estate ha un grande fabbisogno di manodopera stagionale.

Tra l’altro, hanno fatto notare gli operatori in questi settori, né il turismo né l’agricoltura hanno mai veramente abusato dei voucher, tanto è vero che secondo i dati Inps, l’utilizzo dei buoni lavoro nel turismo è dell’1.2%, mentre nell’agricoltura si ferma all’1%.

Eppure si tratta di una polemica infondata, visto e considerato che l’abolizione dei voucher non riguarda affatto i mesi in divenire: il governo ha deciso di rendere attuativa la misura soltanto dal 2018, per cui imprenditori, commercianti e agricoltori non avranno scuse nel non assumere personale per via di un’abolizione dei voucher che al momento è su carta ma non affatto in vigore da un punto di vista pratico. Il governo ha peraltro annunciato che rimedierà al vuoto creato dai voucher con un altro sistema simile ma se vogliamo più evoluto.

Tuttavia, non si può neanche effettivamente parlare di vuoto normativo, in quanto al posto dei voucher ci sono tante altre forme contrattuali che al di là dei contratti stagionali possono comunque essere prese in considerazione per rapporti ancora più brevi, come i contratti a chiamata, quelli in somministrazione o quelli a tempo determinato che sono stati fortemente liberalizzati e possono quindi essere utilizzati anche per brevissimi periodi di impiego.