Venezuela tra Costituente e crisi. Ma come è nato tutto?

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maduro venezuela

In Venezuela, la Costituente tanto voluta dal governo di Nicolas Maduro sta ora prendendo il via, e sta partendo nonostante i dati di affluenza al voto siano stati oggetto di brogli (così come ha testimoniato il software utilizzato per gestire le operazioni di voto).

L’assemblea costituente chiesta da Maduro è quindi stata snobbata dal popolo, perché a detta del popolo, delle opposizioni e della stessa Chiesa, questa in realtà sarebbe solo una trovata del governo venezuelano per portare il Paese dritto verso la dittatura. Una dittatura di matrice socialista.

Cosa sta accadendo in Venezuela

Da tempo ormai il Venezuela non ha cibo con cui sfamare i suoi 30 milioni di abitanti, le forniture di energia elettrica sono precarie, gli ospedali sono a corto di medicine e il popolo, vuoi per rabbia vuoi per disperazione, è più volte sceso in piazza per manifestare la sua opposizione a un governo che sembra essere cieco e sordo davanti a tutto quanto ciò. Si stima che i reiterati scontri di piazza abbiano prodotto, ad oggi, più di cento morti.

E mentre la maggioranza dei venezuelani insorge, e la fame e la povertà dilagano, Maduro va avanti per la sua strada come nulla fosse. Anche con un Paese che è tecnicamente già fallito.

Perché il Venezuela non sfrutta il petrolio?

Quello che sta succedendo in Venezuela ha dell’incredibile se si pensa che questo è il Paese con le più grandi riserve di petrolio al mondo. Eppure non si è mai stati in grado di far fruttare questa incredibile risorsa.

I problemi sono iniziati quando Hugo Chavez, presidente dal 1999 al 2013, ha nazionalizzato migliaia di aziende sostenendo che servissero per l’interesse nazionale, e ha anche investito ingenti risorse, anzi, tutte le risorse, nel potenziamento dell’industria petrolifera. Tuttavia rinunciando a produrre altro che non fosse petrolio, Chavez si è anche visto “costretto” ad importare qualsiasi genere di prodotto dall’estero.

Questa politica ha retto fino al 2013 quando l’arrivo di Nicolas Maduro e il crollo improvviso dei prezzi del petrolio, nel 2014, non hanno ovviamente dimezzato i proventi per il Venezuela passando dal 95% a sotto il 50%.

Insomma, il Venezuela tornerà a respirare se il prezzo del petrolio tornerà a crescere e soprattutto se deciderà di investire su altri fronti, su un’economia vera che non sia concentrata sul solo petrolio. Ma ad oggi non sembra che il governo a guida Maduro abbia una vera strategia economica per portare il Paese fuori dalla spirale della crisi, ed ora, a Costituente avviata, l’inflazione al 2000 per cento, un’economia in contrazione del 18% e la disoccupazione record, fanno pure più paura.