Bitcoin, la quotazione vola: verso i 1.000 dollari grazie all’India

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Correva l’8 novembre scorso quando, nello stesso giorno in cui gli Stati Uniti celebravano le elezioni presidenziali, il governo di Nuova Delhi annunciava il ritiro dal circolo monetario delle banconote da 500 e da 1.000 rupie.

In quella stessa data, in India un Bitcoin era arrivato ad essere commercializzato a una media di 52.000 rupie (785 dollari al cambio), vale a dire a un 10% in più rispetto ai prezzi globali che in quella stessa giornata battevano i 709 dollari. In questo momento invece, un Bitcoin in India può essere acquistato a 64.000 rupie (930 dollari), cioè al 25% in più rispetto alle quotazioni che ci sono nel resto del mondo.

Ma cosa stanno a suggerire questi dati? Sicuramente l’apprezzamento dei Bitcoin è indice della demonetizzazione in corso d’opera in India, paese nel quale vivono 1.3 miliardi di persone e che è anche considerato economia emergente proprio per via della sua progressiva industrializzazione.

I Bitcoin volano verso i 1.000 dollari?

Nell’introduzione abbiamo detto che i Bitcoin, nella prima settimana di novembre, venivano quotati a 785 dollari circa. E abbiamo annunciato altresì che ora, la stessa criptovaluta, viene invece scambiata intorno ai 930 dollari. E’ evidente insomma che i Bitcoin stiano acquisendo valore, e se nel merito dovessero esserci ancora dei dubbi, allora potremmo guardare a quello che ci dice l’applicazione Zebpay, la quale segnala un +50% di download di Bitcoin in India registrato in pochi giorni di tempo: sembra insomma che sempre più indiani stiano convertendo la rupia in moneta digitale, e che lo stiano facendo proprio per sfuggire alla battaglia annunciata dal governo contro l’economia nera.

Secondo il CEO di CivicKey, Vinny Lingham, è sufficiente che anche solo l’1% della popolazione indiana guardi ai Bitcoin per permettere alla criptovaluta di raggiungere immediatamente i 1.000 dollari. Sembra che l’1% sia una percentuale bassa, ma se consideriamo che in India vivono più di un miliardo di persone, un punto percentuale sta comunque a significare 13 milioni di persone che si spostano da un tipo di moneta verso un’altra: ecco perché è ragionevole pensare che un Bitcoin quotato a 1.000 dollari non sia una cosa poi così improbabile.

Tenendo conto del fatto che il valore complessivo delle banconote ritirate dal mercato ammonta a 220 miliardi di dollari, e che anche solo una piccola parte di loro potrebbe alimentare i Bitcoin, ecco allora che il boom delle quotazioni potrebbe essere molto più probabile rispetto a quanto si potrebbe pensare. C’è però una possibilità, seppur minima, che gli indiani più facoltosi, anziché spostarsi sui Bitcoin finiscano col prediligere beni di rifugio un po’ più classici come l’oro.