Brexit, prime conseguenze sulla sterlina: la speculazione attacca

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Nonostante non ci siano ancora informazioni certe in merito a quelli che saranno i tempi e le conseguenze definitive della Brexit, qualche prima ricaduta del voto avvenuto il 23 giugno scorso la si sta incominciando ad avere. I dati macroeconomici estivi in arrivo dalla Gran Bretagna, infatti, non sono poi così incoraggianti.

Questa settimana verranno diffuse delle indicazioni molto importanti per quel che riguarda lo stato di salute dell’economia inglese, perché sono previsti appuntamenti cruciali in vista dei quali dovrebbero essere diramati dati riguardanti la disoccupazione, le vendite al dettaglio e la finanza pubblica. Per ora quindi gli unici dati certi riguardano l’andamento della sterlina, e già da questo aspetto un qualche sentore di Brexit lo si può iniziare a percepire.

Cambio euro/sterlina: si va verso la parità?

Secondo alcuni hedge funds, entro 18 mesi la sterlina arriverà ad uno stato di perfetta parità con l’euro. Per questa ragione nelle ultime settimane la valuta britannica è oggetto di continue operazioni di vendita, tanto è vero che Bloomberg ha affermato di recente che vendite così forti sarebbero un record dal 1992, anno in cui la Gran Bretagna venne presa di mira da un attacco speculativo.

Altri analisti sono più cauti e invitano a non parlare di svalutazione della sterlina, perché quello in corso sarebbe da classificare per il momento come un calo del tutto fisiologico. E’ pure vero però che anche coloro i quali si dicono scettici di un crollo della valuta inglese, sono i primi a sostenere che nel caso in cui l’economia britannica dovesse crescere meno del previsto, la Bank of England si ritroverebbe costretta a pompare liquidità e il valore della sterlina finirebbe in quel caso con lo scendere comunque.

Insomma, ci sono molte probabilità che il calo della sterlina prosegua lineare anche nel prossimo futuro. Solo dei dati incoraggianti sull’economia reale britannica potrebbero in qualche modo far sperare in una inversione di rotta.

Effetti della Brexit: la parola d’ordine è “attesa”

In ogni caso, al di là del singolo aspetto sulla sterlina che scende o che sale, c’è da dire che sbollito l’effetto iniziale servirà del tempo per capire quali saranno le reali conseguenze dell’abbandono di Londra dall’Unione Europea. Lo stesso capo economista della Bank of England, Andy Haldane, ha affermato che la Brexit è pur sempre la rappresentazione di un cambio strutturale nel sistema economico e commerciale del Paese, per cui è inevitabile che ci si debba dare del tempo per capire, a Brexit completata, come la Gran Bretagna sarà effettivamente in grado di reggersi sulle proprie forze.

La parola d’ordine, di conseguenza, è una sola: attesa. Le premesse però non lasciano ben sperare: il crollo della sterlina e il raggiungimento di una presunta parità con l’euro entro un anno e mezzo è un dato tutt’altro che incoraggiante, così come non è incoraggiante il fatto che la stessa Bank of England abbia affermato che il Paese rischia di andare incontro a una crescita stagnante nel terzo e quarto trimestre dell’anno.