Donald Trump presidente USA? L’analisi di Citigroup

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donald trump

Un’eventuale vittoria di Donald Trump alle elezioni presidenziali degli Stati Uniti – che si terranno nel mese di novembre – stanno tenendo in apprensione non solo gli americani, ma anche il resto del mondo. Citigroup ha così deciso di mettere a disposizione dei trader alcuni suggerimenti nel caso in cui il repubblicano dovesse battere Hillary Clinton e vincere la corsa alla Casa Bianca.

Per il momento i sondaggi mostrano un sostanziale testa a testa tra repubblicani e democratici, e se vogliamo le varie fonti di analisi hanno visioni differenti in materia: da una parte ci sono sondaggisti che parlano di una rimonta di Trump favorita dalla polmonite nascosta di Hillary Clinton, mentre dall’altra ci sono analisti come Citigroup che per quanto abbiano ridimensionato le possibilità di vittoria della ex first lady continuano comunque a credere che sarà lei ad avere la meglio. La vittoria della Clinton si aggira intorno al 60% di probabilità, a fronte di un Trump stimato invece intorno al 40% in termini di possibilità di vittoria.

Ma cosa succederebbe nel caso in cui i mercati dovessero continuare su questa scia e arrivare a ritenere Trump più vicino alla vittoria? Cosa accadrebbe se le probabilità che Trump possa venire eletto nuovo presidente Usa si attestassero all’85%?

Trump vince le elezioni Usa: ecco come reagiranno i mercati secondo Citigroup

Per dare modo ai trader di fare i loro calcoli, Citigroup stima che una vittoria di Trump porterebbe prima di tutto a un rafforzamento del dollaro americano, soprattutto nei confronti delle valute dei mercati emergenti. Le previsioni parlano poi di un rialzo dello spread sul credito statunitense: in pratica i titoli di debito pubblico emessi dal governo federale potrebbero andare incontro a interessi ben più alti rispetto a quelli attuali, favoriti in questo senso dalle politiche protezionistiche che Trump ha annunciato di voler attuare già durante la campagna elettorale (politiche protezionistiche che, fino a prova contraria, porteranno così come hanno sempre portato a un maggiore rischio recessione).

Inoltre, una vittoria di Trump potrebbe indebolire in un colpo solo sia il mercato obbligazionario che quello azionario, favorendo di conseguenza l’apprezzamento dell’oro anche fino a quota 1.400 dollari l’oncia (allo stato attuale si trova a circa 1.315 dollari).

Per il momento la situazione rimane sostanzialmente questa. Resta solo da vedere cosa ne verrà fuori dal primo confronto pubblico nel corso del quale i due si cimenteranno tra pochi giorni: il faccia a faccia sarà decisivo per spostare l’ago della bilancia in un senso o nell’altro.