Oro, un investimento sempre più sicuro alla luce della crisi mondiale

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L’oro, si sa, è il bene di rifugio per eccellenza. Quando azioni, valute e persino i titoli di stato non sono più in grado di assicurare un ritorno economico, gli investitori preferiscono rivolgere le loro attenzioni su beni che “non scadono mai”. Come l’oro, per appunto.

Oggi giorno sono diversi gli elementi che stanno contribuendo a creare un clima di tensione nell’aria e che quindi stanno creando terreno fertile per l’apprezzamento dell’oro: questo clima di tensione ha probabilmente trovato il suo punto di massima espressione con il terremoto Brexit, ma anche il terrorismo, le fratture politiche che si sono create nell’Unione Europea e anche l’instabilità politica che tuttora sta affliggendo la Turchia contribuiscono in qualche modo a questo clima di nervosismo finanziario. Alla luce di tutto quanto ciò è più che mai evidente di come ci siano le condizioni perfette affinché l’oro possa continuare a sperare in un apprezzamento!

Prezzo dell’oro: crescita del 27% su base annua

I fatti appena enunciati sono quelli più di più recente memoria, ma sono ormai diversi mesi che il mondo – soprattutto Occidentale – si sta ritrovando a dover fare i conti con l’instabilità. Non è un caso, infatti, se l’oro abbia cominciato a crescere già da inizio 2016: nell’arco di otto mesi questa materia prima è cresciuta del 27%, incassando dei guadagni persino quattro volte superiori rispetto a quelli realizzati nello stesso periodo di tempo dall’indice S&P 500 (che nel suo caso si è limitato a una crescita inferiore al 6%).

Oro: il ruolo (e l’influenza) delle banche centrali

Le banche centrali stanno studiando tutte le possibili soluzioni per stimolare la crescita delle economie globali, tanto è vero che una politica monetaria espansiva è sempre stata la battaglia più importante di Mario Draghi e ultimamente è divenuta la priorità anche per la Bank of England la quale, non a caso, ha deciso di tagliare i tassi di interesse per stimolare la circolazione del denaro.

L’oro tra l’altro agisce meglio nell’istante in cui i tassi si muovono verso lo zero, perché è risaputo che il bene di rifugio non paga interessi. Insomma, in contesti di questo genere la domanda di chi investe aumenta e l’oro viene ritenuto un’ottima riserva capace di creare valore.

Con bond meno appetibili l’oro ci guadagna

Il Consiglio mondiale dell’oro ha affermato proprio di recente che meno di 4 bond pubblici su 10 ha rendimenti positivi, il che significa che solo il 17% del totale ha rendimenti superiori all’1%. Anche e soprattutto questa ricerca ai titoli sempre meno sostenuta fa sì che gli investitori guardino altrove per lucrare denaro, e che guardandosi attorno incontrino appunto il bene di rifugio per eccellenza: l’oro.

Non solo il Consiglio dell’oro, ma anche un’autorevole testata del calibro di Market Anthropology ha evidenziato come questa corsa ai beni di rifugio sia resa possibile grazie al decadimento dei titoli pubblici, ma ha avvertito al tempo stesso che il rally verso l’oro prima o poi si interromperà: “Considerando che il prezzo dell’oro sta sui 1400 dollari per oncia e che il dollaro non cresce abbastanza, è probabile che i metalli preziosi continueranno ad avere una forte attrattiva. L’oro, in particolare, dovrebbe fermarsi una volta raggiunti i 1924 dollari per oncia.”