Prezzo del petrolio ancora giù: investitori puntano sullo short

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Il prezzo del petrolio è tornato a salire, ma il futuro che ci si aspetta relativamente alla quotazione dell’oro nero è tutt’altro che promettente. La settimana che si sta portando a conclusione è stata a dir poco negativa per il prezzo del petrolio, che è sceso sotto la soglia dei 45 dollari al barile e che farà sì che il mercato ricorderà questo primo semestre del 2017 come il peggiore dal 1997 per la quotazione di greggio.

Dopo essere sceso sotto i 45 dollari, il prezzo del greggio ha tentato un rialzo che però non gli è stato sufficiente per recuperare tutto il terreno perso finora.

Il motivo che sta dietro questa debacle, ormai, è anche piuttosto noto: l’accordo OPEC non sta funzionando come avrebbe dovuto, perché rimangiandosi quanto promesso in sede di riunione, di fatto, i vari paesi OPEC stanno facendo di testa loro circa i limiti di produzione previsti. E si sa che laddove v’è un eccesso di offerta, la svalutazione è dietro l’angolo.

Prezzo del petrolio giù: investire su short?

Insomma, dall’inizio dell’anno ad oggi, al contrario di quanto avrebbe dovuto fare l’accordo OPEC, il prezzo del petrolio ha seguito un terreno che dire arido è dire poco. Il mercato infatti, conscio di questa situazione e soprattutto preoccupato per la tensione che si sta respirando tra Arabia Saudita e Iran, è di un parere praticamente unanime: puntare tutto sullo short per mettersi al riparo da ulteriori contraccolpi e da altri eventuali discese di prezzo.

D’altronde i conflitti che si vanno acuendo sempre più potrebbero persino portare alla rottura dell’accordo OPEC, e quindi spianare la strada a un’ulteriore svalutazione.

Prezzo del petrolio: c’è chi crede (ancora) al rialzo

Tuttavia c’è ancora chi è convinto che il prezzo del petrolio non continuerà su questa strada tanto dissestata. Lo strategist Bill Baruch, ad esempio, ha provato a portare alla luce diverse ragioni per cui valga la pena credere che non tutto è perduto.

Tra le altre cose, secondo Baruch la tempesta tropicale Cindy che si è abbattuta sull’America causando inondazioni tra sud degli Usa e Golfo del Messico porterà a uno stop della produzione; per non parlare poi dei dati macroeconomici in divenire e degli interventi attesi da parte della Fed che potrebbero riflettersi sul valore del greggio.