Prezzo del Petrolio, nuova diminuzione: troppi fattori in contrasto

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Il prezzo del petrolio sembra non trovare proprio pace, tanto è vero che nella sessione odierna è tornato a scendere sotto la soglia dei 50 dollari al barile. Il prezzo del greggio è tornato a scendere principalmente a causa di un report dell’American Petroleum Institute (API) che ha parlato di un aumento delle forniture di 4.8 milioni di barili nell’arco di questa settimana.

A influire sulle oscillazioni del greggio, però, ci sono poi le preoccupazioni riguardanti l’efficacia dell’accordo OPEC raggiunto con il vertice di Algeri: l’accordo prevede infatti che sia stabilito un tetto alla produzione della materia prima e ha lo scopo di riequilibrare tra loro i valori di domanda e offerta di petrolio.

All’accordo OPEC che ha l’obiettivo di normalizzare il prezzo del greggio, ha fatto seguito anche il tentativo di raggiungere un nuovo compromesso tra i paesi dell’area OPEC e i Paesi esterni all’Organizzazione. L’incontro tenutosi a Istanbul si è tuttavia concluso con un gran bel nulla di fatto, e le preoccupazioni riguardanti l’efficacia dei tagli della produzione, piaccia o meno, hanno continuato a pesare parecchio sulla determinazione del prezzo del petrolio.

Le previsioni (contrastanti) dei banchieri

Anche la Banca Mondiale si sta interessando parecchio alla questione, tanto è vero che l’istituto ha già rivisto al rialzo le stime sulla quotazione di greggio per il prossimo 2017: secondo la World Bank, in sostanza, il prezzo del petrolio dovrebbe riuscire a raggiungere una media di 55 dollari al barile già nel prossimo anno (vale a dire 2 dollari in più rispetto a quanto era stato previsto precedentemente).

Le previsioni della World Bank tuttavia non possono dare alcuna certezza circa l’andamento rialzista del greggio: alle previsioni della Banca Mondiale si frappongono infatti quelle di Goldman Sachs e di Citigroup, che hanno prospettato invece una diminuzione del prezzo del petrolio fino a quota 20 dollari al barile. Le due banche di investimento, infatti, non sono poi così convinte dell’efficacia dell’accordo OPEC.

Petrolio: il peso dell’Iraq

A pesare sul prezzo del petrolio è comunque c’è stato anche l’Iraq. Il Paese ha affermato infatti di voler rimanere fuori dall’accordo raggiunto ad Algeri sui tagli alla produzione di greggio.

Una decisione, questa, che ha messo in agitazione gli investitori e che ha dato modo di credere a molti che l’accordo OPEC finirà per rivelarsi sostanzialmente inefficace: “Il rischio – affermano i banchieri più scettici come Goldman Sachs e Citigroup – è che la scelta dell’Iraq possa avere un effetto domino e portare anche altri produttori a non tagliare la produzione”.

Anche qui, però, c’è una sorta di “stato d’attesa”: Mohammed Barkindo, segretario generale OPEC, si recherà a Baghdad proprio per provare a risolvere la controversia nata con l’Iraq.