Tobin Tax, il governo frena sulla sua abolizione

0
tobin tax

I trader e gli investitori italiani vorrebbero non pagare più la Tobin Tax, cioè la tassa che grava sulle transazioni finanziarie. La voce di una presunta abolizione circola da tempo, ma il governo italiano, per voce del ministro delle Finanze Pier Carlo Padoan, non sembra affatto intenzionato a procedere con una sua eventuale eliminazione.

Come noto, la Tobin Tax è giunta in Italia nel 2013 per effetto della Legge di Stabilità 2012. Lo scopo con cui è stata varata era molto chiaro e in un certo senso anche piuttosto nobile: frenare la speculazione che per anni ha preso di mira i mercati finanziari. La conseguenza reale però è stata tutt’altra, e cioè permettere allo Stato di fare cassa a danno di coloro che operano sui mercati (che si assumono un rischio già piuttosto alto).

Di fatto la Tobin Tax obbliga gli investitori a pagare una tassa tenendo conto del valore delle transazioni eseguite su azioni, partecipazioni e strumenti finanziari emessi da una società avente residenza fiscale nel nostro Paese. La tassa è attualmente fissata allo 0.20% del valore della transazione, con una riduzione del 50% se la transazione viene effettuata all’interno di mercati regolamentati e di sistemi multilaterali di negoziazione.

Stando a quanto riferito dal ministro delle Finanze Padoan, sembra proprio che il Governo non abbia in programma l’eliminazione di questo balzello. Incalzato da un giornalista sull’opportunità di eliminare l’imposta sulle transazioni finanziarie, Padoan non ha avuto alcuna ombra di dubbio: gli investitori devono continuare a pagare quello che pagano attualmente.

Senza Tobin Tax Milano sarebbe diventata la nuova City Ue

Eppure l’Italia avrebbe avuto da guadagnarci se l’Italia avesse eliminato la Tobin Tax. Il comitato Select Milano, dopo l’esito del referendum inglese sulla Brexit, si è pronunciato infatti per trasferire nel capoluogo meneghino una parte consistente delle attività con sede a Londra. E senza la tassa sulle transazioni, l’opportunità di vittoria sarebbe stata decisamente più alta.

Parliamo nello specifico di Euroclearing, cioè di servizi a garanzia del funzionamento del mercato dei derivati in euro (attività che al momento compete alla Cassa di compensazione e garanzia Lch Clearnet, società londinese operante nel London stock exchange). Se l’operazione fosse andata in porto, i ricavi e gli utili dell’Eurocleaning sarebbero continuati a rimanere in capo a Londra, per cui Milano ne avrebbe guadagnato in termini di indotto e di nuove opportunità di lavoro con circa 10mila nuovi posti di lavoro.

Il sindaco di Milano Beppe Sala sarebbe stato ben contento di far diventare Milano la nuova City dell’Ue, ma a quanto pare, con il freno imposto dal ministro Padoan sull’abolizione della Tobin Tax, le cose non andranno in questo modo. Qualche possibilità però c’è ancora: Parigi e Francoforte, altre città in lizza, sembrerebbero avere ancora meno opportunità di Milano per assumere questa leadership.