Bitcoin, Litecoin, Ethereum le altre criptovalute: un caso bull o bear?

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Bitcoin e le altre criptovalute, bear e bull

Bitcoin, Ethereum, Ripple, Litecoin e tutte le altre criptovalute hanno registrato nei mesi più recenti performance altalenanti, passando con rapidità vertiginosa dall’euforia dei mercati al pessimismo di analisti e investitori.

Da una parte le monete virtuali, in maniera generalizzata, hanno infatti raggiunto il picco storico delle loro quotazioni a fine anno, concludendo in forte rialzo gli aumenti che hanno condizionato l’intero 2017. L’euforia dei mercati si traduceva, tra novembre e dicembre scorsi, non solo in una corsa agli acquisti, ma anche in un circolo virtuoso che portava a reinvestire su altre criptovalute i profitti realizzati con una delle monete virtuali: a beneficiare del momento è stato quindi l’intero comparto, generando quello che in linguaggio tecnico è definito un andamento “bull”, o bullish, (toro), del mercato.

Nelle più recenti settimane, tuttavia, l’improvvisa corsa a prese di posizione sulle criptovalute più importanti non si è concretizzata in nuovi investimenti sul settore: chi è venduto criptovaluta non ha scommesso nuovamente sul mercato ma ha al contrario indirizzato il capitale verso altri tipi di investimento. Ciò si è tradotto in un segnale “bearish”, o andamento bear (orso), e cioè di contrazione e rallentamento per l’intero comparto delle monete virtuali.

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L’esperienza suggerisce che nel settore delle criptovalute gli andamenti si alternino in modo estremamente rapido e imprevedibile, passando con rapidità da bull a bear e rendendo difficile l’applicazione di una analisi tecnica per prevedere le evoluzioni del mercato. Anche un’analisi fondamentale, più generalizzata, del settore può risultare difficile: le informazioni a disposizione non sono sufficienti, il più delle volte, per formarsi un’opinione.

Al momento, per quanto riguarda le più diffuse criptovalute come Bitcoin e per capire se abbiamo a che fare con un esempio di mercato “bull” o “bear”, abbiamo a disposizione un certo numero di fatti e informazioni che possono farci propendere in entrambe le direzioni.

A favore dell’ipotesi bull, e cioè di un mercato con la capacità di conservare una crescita stabile nel futuro prossimo, va considerata la caratteristica principale di Bitcoin, e cioè quella di essere una valuta senza autorità. Eric Pichet, professore all’Università francese di Business KEDGE, in un’intervista rilasciata a Forbes, sostiene che Bitcoin presenta il vantaggio di essere una valuta ‘senza proprietari’, e viene accettata sempre più spesso come mezzo di pagamento senza l’intermediazione di una banca o i costi di transazione. Secondo Pichet, anche la scarsità della sua diffusione può sostenere la crescita del suo valore, e anzi promettere nuovi, ulteriori guadagni. La rarità relativa della moneta virtuale, secondo il professore, è una delle cause più importanti del suo aumento in valutazione, dal momento che solo lo 0,01% della popolazione mondiale ne è in possesso.

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Al contrario, a far propendere per un’evoluzione bear del settore delle criptovalute sono due minacce principali: il rischio di hackeraggio del sistema e una serie di iniziative concertate a livello mondiale dai governi nazionali per impedire l’uso delle criptovalute. Pichet cerca di analizzare quali sono gli spilli che potrebbero far scoppiare la bolla? Il primo potrebbe essere il colpo del secolo: un attacco al sistema blockchain per creare una massa di monete virtuali false. Il secondo, invece, consisterebbe nell’adozione di una posizione comune assunta da tutti i governi e dalle banche centrali per vietare questo mezzo di pagamento, con l’obiettivo, ad esempio, di contrastare il riciclaggio o il finanziamento di attività criminali.