Bitcoin più volatile del petrolio in tempi di guerra

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Il Bitcoin mostra una volatilità fuori dal comune

Oggi la quotazione del Bitcoin ha dato ulteriore dimostrazione della sua enorme volatilità, che se per alcuni può rappresentare un fattore negativo, per altri è sicuramente positivo. Partendo dai fatti, registriamo come oggi il cambio Bitcoin Dollaro sia partito da quota 15.745$ allo scoccare della mezzanotte, per poi perdere a 14.515 in poco più di mezz’ora, risalendo a 16.512 in un paio d’ore, per poi perdere nuovamente e gradatamente fino a 14.020 (ore 6:32), per poi risalire ancora a 15.951 dollari verso le 10 del mattino. Il tutto, secondo l’ora locale USA.

La volatilità di questo strumento, ovvero la sua caratteristica di cambiare prezzo molto velocemente e con profonde variazioni, potrebbe assomigliare a quella di alcune materie prime in tempo di conflitto, oppure alle quotazioni azionarie in periodi con grandi sconvolgimenti a livello societario o settoriale. Per il Bitcoin, a tale volatilità ci si è in un certo modo, per quanto possibile, “abituati”.

Se da una parte vi sono gli investitori, interessati al solo rialzo della criptovaluta, dall’altra ci sono trader di strumenti finanziari  (CFD) che consentono di puntare al ribasso. In questo modo, se da una parte c’è chi guadagna solo se il Bitcoin sale, dall’altra c’è anche chi ci guadagna anche quando scende, sempre nel caso si riesca a prevedere tale ipotesi. Oltre a comprare Bitcoin, quindi, aumentano le modalità operative parallele, tra le quali spicca sempre più il trading su Bitcoin,  in modo tale da crearsi una sorta di hedge (protezione) in caso di perdita con l’investimento in Bitcoin.

La pratica del trading su Bitcoin pare infatti sposarsi con la caratteristica dell’alta volatilità di questa criptovaluta, che durante l’arco di una singola giornata, offre spunti decisamente interessanti di operazioni sia rialziste che ribassiste. Si tratta di pratiche con un determinato livello di rischio, così come quello insito nell’acquisto di Bitcoin a cifre ormai elevate, ma che consentono tuttavia di operare con capitali anche piuttosto ridotti.