Blockchain sostituirà davvero i broker “vecchia maniera”?

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Blockchain

La tecnologia blockchain sarà davvero in grado di stravolgere i mercati finanziari al punto tale da privarli dei suoi storici intermediari finanziari? Banche, agenzie, broker e piattaforme varie potrebbero davvero scomparire in seguito all’avvento di questa nuova ed entusiasmante tecnologia?

Spectre, prima piattaforma di trading bitcoin al mondo che riesce ad operare senza l’ausilio di un broker, sembra avere la risposta. A tutto ciò si aggiunge quanto definito delineato nel corso del World Economic Forum, secondo cui nel giro di 8 anni il 10% del Prodotto interno lordo mondiale sarà prodotto dalla tecnologia blockchain. Incredibile, vero? Eppure questa è l’ipotesi che sta avanzando prepotentemente!

Insomma, il fatto che la suddetta tecnologia – e quindi anche le criptovalute – finirà col prendere il sopravvento, non rappresenta più una novità. Non era una novità prima, e non è una novità tanto meno adesso, visto e considerato che ormai sempre più analisti ed esperti sono concordi su questo: l’economia “vecchia maniera” come l’abbiamo sempre conosciuta è destinata al declino. Come, quando e in quali termini resta tutto da vedere, anche se i numeri emersi nel World Economic Forum un’idea ce la danno già.

Fatta salva questa premessa, quel che resta da capire è se la blockchain sarà persino in grado di mandare in soffitta i broker basati sulle attività di trading.

Cos’è e come funziona Spectre

Per rispondere a questa domanda dobbiamo tirar fuori Spectre, la piattaforma che abbiamo nominato poc’anzi e che, ripetiamo, basa le sue attività senza aver bisogno dei broker. Spectre infatti fa affidamento sulla blockchain di Ethereum e la sua liquidità, pertanto, è interamente nelle mani degli investitori di ICO che detengono i token. I profitti vengono pagati istantaneamente, che è cosa non da poco se si considera che ormai sempre più investitori sono alla ricerca non solo di strumenti profittevoli, ma anche di realtà che siano affidabili e trasparenti (e una realtà che paga istantaneamente non può non ispirare questa sensazione di sicurezza).

Cerchiamo di capire allora come funziona questa tecnologia totalmente libera dalla presenza di broker. Il modello di Spectre, che in questo caso diventa un vero e proprio punto di riferimento, consente di fare trading 24 ore al giorno e 7 giorni su 7.

La cosiddetta “liquidity pool” eroga dividendi del 2% ai possessori di token e a un 2% al team di Spectre sotto forma di commissione. Quando un’operazione va in profitto, il trader che l’ha movimentata riceve un ritorno sull’investimento del 75%, e quindi la “liquidity pool” vede contenere la propria liquidità. Al contrario, se il trader perde un’operazione, la liquidità che va a finire nella cosiddetta “piscina della liquidità” aumenta. Quindi operazioni in profitto restringono la liquidità disponibile, mentre operazioni in perdita la aumentano.

Tutte queste transazioni, che siano profittevoli o meno, vengono comunque governate da smart contract, il che presuppone che il broker sia completamente estraneo a tutto ciò: il rapporto di fiducia è tra il trader e il “sistema”, e non tra il trader e il broker come è sempre stato.

Contrariamente a quanto accade nelle più famose piattaforme in circolazione, Spectre fa leva su degli algoritmi di protezione che eliminano sì i broker, ma che aiutano anche a gestire emozioni e rischi, nonché a conoscere preventivamente le opportunità di guadagno. Il sistema in questione è quindi molto intelligente, in quanto riconosce le debolezze del trader e lo avvisa nel momento in cui sta per commettere un errore che potrebbe poi portarlo in una “brutta situazione”. Cosa da non sottovalutare, visto e considerato che chi fa trading ha un gran bisogno di avvertimenti di questo tipo!

Blockchain, una rivoluzione in corso d’opera

Il team di Spectre si fa forte di una grande esperienza su diverse classi di asset e su diversi settori. Esperienza che gli ha permesso di afferrare prima di tutti gli altri le incredibili potenzialità della tecnologia blockchain e di svilupparci qualcosa sopra.

D’altronde non dimentichiamo che se Spectre ha dato il via, poi tanti altri autorevoli attori hanno proseguito su questa strada: Orange, Nasdaq e Citi hanno già cominciato a mettere le mani sulla blockchain, mentre Goldman Sachs ha lanciato un investimento da 50 milioni di dollari proprio su questo fronte! L’obiettivo che ha mosso tutti questi giganti è chiaro come non mai: ridurre al minimo indispensabile sia i costi che gli intermediari.

E’ certo insomma che continueremo a sentir parlare di questa tecnologia perché tutto ciò che sta accadendo attorno al Bitcoin, all’Ethereum, al Ripple, e poi ancora a Iota, Monero, Dash e così via non può certamente essere messo da parte. E tanto meno ignorato. Ciò significa che i broker vecchio stampo scompariranno? Potrebbe anche essere, ma non è poi così probabile.

Non dimentichiamo infatti che se è vero che la tecnologia blockchain ha rivoluzionato il settore, i broker continuano ad essere un qualcosa di leggermente diverso e quindi di difficilmente sostituibile. Il motivo? Fondamentalmente perché i broker hanno semplificato molto il linguaggio, l’approccio e la comunicazione tra trader e mercati finanziari, e quindi hanno permesso anche ai meno esperti di avvicinarsi a questo mondo. Cosa che invece la rete blockchain non è in grado di fare per sua stessa definizione. E dato che ci saranno sempre utenti poco esperti che vogliono provare a guadagnare con la finanza ad alto rischio, probabilmente continueranno ad esserci sempre le care vecchie piattaforme di trading!