Cardano, la Ethereum del Giappone

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Il logo di Cardano, sistema in cui si muove la criptovaluta Ada

Il rimbalzo del bitcoin e il superamento del primo giorno alla CME (Chicago Mercantile Exchange) da parte dei futures bitcoin, ha trainato anche le altre maggiori criptovalute tra cui Ethereum, Ripple e Litecoin. A queste si aggiunge Cardano (ADA), una criptovaluta che in 4 giorni è passata da 0,21$ a 0,55$ (momento in cui scriviamo, ore 9:09 del 19 dicembre).

Cardano è definita da molti come la Ethereum del Giappone, probabilmente un modo più semplice per ricordarne l’origine geografica e la tipologia di servizio offerto. Ethereum infatti a differenza degli altri sistemi su cui si basano le criptovalute, presenta un network per la creazione e circolazione di smart contracts. Il paragone tra Cardano ed Ethereum quindi si gioca proprio sulla caratteristica dei “contratti intelligenti”.

Ad ogni modo, se Cardano è il nome della piattaforma, del sistema e della tecnologia, ADA è invece il nome della criptovaluta. Questa può essere utilizzata per inviare e ricevere fondi digitali. Come ogni criptovaluta “che si rispetti”, anche Cardano sembra far leva sulla garanzia di trasferimenti diretti e veloci, messi in sicurezza tramite l’uso di strumenti crittografici.

Cardano è capace di far girare applicazioni finanziarie utilizzate quotidianamente da individui, organizzazioni e governi in tutto il mondo. La piattaforma si basa su un sistema composto da layer, che danno maggiore flessibilità e consentono una più facile gestione. Ogni layer viene costruito per gestire smart contracts, che secondo i creatori rappresentano gli accordi legali che si svolgeranno nel futuro del commercio e del business. Anche per Cardano i servizi non vengono controllati dalle singole parti bensì operano su una blockchain.

Una piccola nota: probabilmente il nome Cardano è un omaggio allo studioso italiano Girolamo Cardano (1501 – 1576). Matematico, fisico, biologo, chimico, astrologo, astronomo, filosofo, scrittore e scommettitore. Quest’ultima “specializzazione” era legata alla sua passione per il calcolo della probabilità, di cui fu praticamente il principale fondatore.