Exchange coreana Bithumb accetta nuovi utenti con KYC

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Logo di Bithum, exchange criptovalute

La società di intermediazione e exchange criptovalute della Corea del Sud, Bithumb, è da oggi, 9 febbraio, aperta a nuovi utenti, che saranno individuati e validati per commerciare su monete virtuali grazie a nuove procedure di certificazione denominate KYC, o “know-your-customer“. Questa la prima soluzione offerta sul mercato sudcoreano dopo il divieto, imposto dieci giorni fa dalla Commissione sui Servizi Finanziari, ad ogni conto virtuale o attività di investimento su criptovalute non collegabile a una reale identità.

Da oggi sarà quindi nuovamente possibile, per nuovi investitori, entrare nel mercato delle monete digitali all’interno della Corea del Sud con la piattaforma Bithumb: il meccanismo di riferimento, per evitare l’anonimato e il rischio di attività criminali o riciclaggio da esso portato, si servirà di una autocertificazione basata su conti accesi presso l’istituto Nonghyup Bank, nel pieno rispetto delle nuove regole tracciate dal governo attraverso la Commissione. Bithumb ha annunciato inoltre che presto questa banca potrebbe essere affiancata da un ulteriore soggetto finanziario, la Shinhan Bank.

Nel frattempo, in India contibua la regolamentazione

Intanto in un altro paese del continente asiatico, l’India, procedono gli interventi governativi per regolare i diversi aspetti coinvolti nello scambio di criptovaluta: sono stati inviati ultimamente 100mila avvisi di pagamento ad altrettanti contribuenti, che non avevano incluso nelle dichiarazioni a fini fiscali i redditi conseguiti tramite investimenti su monete digitali.

Sushil Chandra, presidente dell’istituto Central Board of Direct Tax, CBDT, ha chiarito ufficialmente come i profitti derivanti da attività di scambio di criptovalute siano a tutti gli effetti soggetti ad imposizione fiscale, al pari di ogni altro investimento finanziario: obiettivo del governo indiano non è soltanto l’emersione di una quantità ingente di imponibile (una ricerca effettuata sul paese parla di oltre 3,5 miliardi di dollari in criptovalute scambiate nel corso di 17 mesi), ma anche dare un’identità certa agli investitori che spesso si nascondono dietro all’anonimato fino a ora garantito dalle operazioni in moneta digitale.