Legalizzazione Bitcoin in Russia, promessa di Boris Titov

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Boris Titov propone la legalizzazione del Bitcoin in Russia

Ultimamente hanno fatto scalpore le dichiarazioni di Boris Titov, politico russo e sostenitore del Bitcoin. Titov nelle sue ultime dichiarazioni si è rivolto proprio alla criptovaluta più famosa del momento, affermando non solo di non voler ostacolare il corso della moneta, ma anche di voler provare a renderla legale in tutto il Paese.

Schierato al fianco di Vladimir Putin e particolarmente impegnato nella lotta alla corruzione, Titov è quindi una di quelle personalità che in Russia appoggiano apertamente il Bitcoin (non a caso il suo modello di riferimento è quello giapponese, che ad oggi è il Paese che più si è aperto nei confronti delle criptomonete).

Boris Titov è impegnato in campagna elettorale, per cui le sue dichiarazioni sul Bitcoin strizzano l’occhio al mondo dell’impresa e degli investimenti, a quello stesso mondo da cui il politico ha sempre avuto un appoggio e che vuole ora tornare a conquistare. La sua dopotutto è una cultura liberale. Una cultura che rifugge il ruolo centrale dello Stato.

Anche per questo Titov non ha mostrato mezzi termini nel parlare del Bitcoin e di quelli che sono i suoi progetti in materia: “Le criptovalute più popolari come Bitcoin ed Ethereum verranno legalizzate. Le persone avranno l’opportunità di conservarle in banca così come di utilizzarle come metodo di pagamento a tutti gli effetti”.

L’ipotesi di una criptovaluta di Stato però non gli piace, e non lo attira non solo perché si considera un (vero) liberale, ma anche perché snaturerebbe il senso stesso della moneta virtuale: “Abbiamo pensato di creare una moneta nazionale, ma poi abbiamo lasciato perdere. Del resto, il compito delle criptovalute è quello di ridurre i costi, e ci siamo resi conto che una criptovaluta nazionale non solo non sarebbe stata necessaria, ma avrebbe anche avuto effetti lontani da quelli che ci si sarebbe potuti aspettare”.