Ripple, che succede? CoinBase fa cadere il prezzo

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CoinBase al momento non inserirà Ripple tra gli strumenti finanziari digitali negoziabili

Dopo oltre 10 giorni di rialzo, arriva per Ripple e per i suoi investitori una doccia fredda. Almeno, per il momento, s’intende. Il prezzo è sceso da oltre 3,8$ a circa 2,30$ (ore 15:50 di oggi, lunedì 8 gennaio 2018). La ragione principale di tale ribasso proviene dalla più importante exchange di strumenti finanziari digitali, CoinBase.

La ragione è semplice: i gestori di CoinBase hanno negato di avere in progetto l’inserimento di Ripple nella lista delle valute digitali negoziabili sulla propria piattaforma, almeno per il momento.

Dato che questa coinvolge numerosissimi utenti, il fatto che vi sia o non vi sia Ripple comporta una grande differenza in termini di transazioni e quindi capitalizzazione. Inoltre, c’è da contare anche l’effetto “boom”, così come avvenne per il Bitcoin Cash, le cui sole voci sul possibile inserimento lanciarono per alcune ore le quotazioni della valuta digitale alle stelle (da meno di 2.000 a più di 4.000$ in sole 48 ore).

[plus_chart chart=”XRPUSD”]

Le quotazioni dei ripple erano salite anche in virtù di questo. Ed evidenziamo “anche”. Infatti, la qualità del progetto e la presa in considerazione di sempre più istituzioni finanziarie, stanno comunque facendo crescere l’autorevolezza della valuta digitale. Ergo, questo mancato “salto” difficilmente frenerà il proseguimento del cammino degli XRP.

Giorni migliori, rispetto agli investitori, per chi invece ha fatto trading al ribasso tramite le piattaforme CFD, le quali consentono di aprire posizioni sia long (al rialzo) che short (al ribasso) in base alla quotazione dell’asset sottostante, che in questo caso è rappresentato dalla criptovaluta XRP di Ripple. In questi ultimi giorni, le posizioni dei gli “Orsi”, ovvero dei trader che hanno aperto posizioni al ribasso, si sono rivelate vincenti. Esempio di piattaforma trading CFD è quella di eToro, salita alla ribalta per le sue funzioni social e copytrading, che consentono di copiare le attività di altri trader selezionandoli in base a classifiche di rendimento.