Ripple ed Ethereum voleranno una volta sganciatesi dal Bitcoin

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Ripple e Ethereum ancora frenati dal Bitcoin

Chi ha investito su Ripple, così come chi ha in mente di farlo, si chiede come mai la quotazione degli XRP ovvero la sua valuta fatichi a decollare, proseguendo il cammino fatto fino all’inizio di gennaio 2018, quando la media delle quotazioni arrivò a toccare quota 2,78$. Oggi, martedì 23 gennaio, la quotazione degli XRP di Ripple si aggira intorno a quota 1,30$.

Torniamo alla domanda. Come mai Ripple non riprende la sua corsa? La risposta è tanto semplice quanto paradossale: perché viene frenata dal Bitcoin come già accaduto più volte in passato. Qui di seguito capiremo perché, precisando che ovviamente vi sono giorni la correlazione appare meno evidente, ad esempio quando intervengono eventi positivi o negativi per la singola valuta, come ad esempio l’adozione di Moneygram che fece schizzare la quotazione dei ripple.

Questa condizione, al momento, vale anche per tutte le altre valute digitali o criptovalute, così come Ethereum.

Eppure, il progetto di Ethereum, così come quello di Ripple, vanno a gonfie vele, ottengono sempre più consensi, allargano la propria rete di collaborazioni con grandi società informatiche e diventano sempre più efficaci, potenti, sicure e dalle potenzialità di applicazione sempre più interessanti.

Come mai, allora, il valore della loro valuta viene frenata dai ribassi del Bitcoin, sebbene quest’ultimo sia totalmente indipendente e non faccia minimamente parte del progetto Ripple e Ethereum? Si tratta di una questione esclusivamente finanziaria, legata alla speculazione.

Al principio del “vero” boom delle criptovalute, Bitcoin è stato quello maggiormente acquistato, quello che ha aperto la strada all’esplosione della moda nell’investimento in criptovalute. Giocava a favore di Bitcoin il fatto che se ne parlasse dal 2009, cosa che lo rendeva praticamente sinonimo di criptovaluta, almeno per la maggior parte delle persone.

Ebbene, una volta che il Bitcoin ha iniziato a volare, in tanti hanno creduto che lo stesso avrebbero fatto le altre criptovalute emergenti più importanti, tra cui XRP, ETH, LTC. Man mano che il Bitcoin acquisiva valore, consentiva di allargare il proprio portafoglio scambiando BTC per ripple, ether, litecoin e tante altre.

[plus_chart chart=”XRPUSD”]

All’interno di tanti portafogli, questo blocco di criptovalute si muove insieme senza distinzioni. Si compra quando va bene, si vende tutto quando va male. Perché ormai si sa che quando scende il bitcoin, scendono anche tutte le altre, chi prima e chi dopo.

Al momento, quindi, la situazione è questa. Potrebbe cambiare soltanto quando si vorrà “investire” convintamente in una valuta digitale quando si crederà nel suo progetto, nei suoi utilizzi, nelle sue potenzialità, nel suo futuro. Ciò che dovrebbe interessare, in tal senso, non è quello che sarà il suo valore, “se schizzerà”, ma semplicemente se prenderà piede il sistema su cui si basa. E in tal senso, Ripple ed Ethereum hanno ancora tanto da dire, per convincere milioni di persone. Peccato che non lo facciano ancora abbastanza bene.

Una cosa è certa: di blockchain e di smart contracts sentiremo parlare per molto, molto tempo.