Wall Street, è ancora troppo presto per ETF su bitcoin?

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Per gli ETF Bitcoin sembra ancora troppo presto

Continua la scalata dei bitcoin alla montagna della grande finanza americana e mondiale, con risultati alterni: dopo l’introduzione, nello scorso dicembre, di contratti futures sulla criptovaluta negoziati nella piazza di Chicago da Cme e Cbot, anche dalla borsa di New York sono partite ufficialmente, nei primi giorni del 2018, numerose richieste di autorizzazione governativa per avviare la negoziazione di contratti ETF (Exchange Traded Funds) su bitcoin.

Per il momento l’iter di approvazione degli strumenti di Direxion e ProShares, tra gli altri, è stato interrotto dopo lo scambio di comunicazione con la SEC (Securities and Exchange Commission, o Commissione Titoli e Scambi, il corrispettivo a stelle e strisce della nostra Consob), che aveva sollevato dubbi e preoccupazioni sulla liquidità dei nuovi asset. Entrambe le società di investimento, dissuase dalla Commissione a procedere, hanno deciso di ritirare la richiesta di introdurre nuovi ETF.

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Eppure qualcosa sembra muoversi, nel delicato rapporto tra la novità rappresentata dalle criptovalute e il mondo della finanza istituzionale, come dimostra, ad esempio, la recente, timida apertura di Jamie Dimon, Ceo di JP Morgan, da sempre severo critico delle monete virtuali.

Dopo aver definito bitcoin “una truffa”, soltanto quattro mesi fa, oggi ritorna sui suoi passi e struttura in un’intervista a Fox Business un’opinione più complessa: “La tecnologia delle blockchain è una realtà. Presto potremo disporre di cripto yen o dollari, o cose simili. Ogni ICO deve essere valutata individualmente”. Tuttavia, riguardo al bitcoin, il Ceo della celeberrima società finanziaria mantiene i suoi dubbi: “Ho un’opinione diversa da altre persone, l’argomento non mi appassiona granché”.

Resta il fatto che nonostante lo stop di questi giorni e il ritiro delle proposte presentate alla SEC presto, accanto ai futures su bitcoin già scambiati a Chicago, potrebbero avere legittimità, nelle attività del New York Stock Exchange, nuovi strumenti finanziari basati su criptovaluta.