Novità Bitcoin: entra nella dichiarazione dei redditi

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Le principali novità riguardanti la dichiarazione dei redditi del 2018

Importanti novità per ciò che riguarda le monete virtuali e la dichiarazione dei redditi. Nello specifico l’Agenzia delle Entrate ha deciso di affrontare due questioni che stavano creando non poche preoccupazioni proprio per ciò che riguarda Fisco e dichiarazioni: in particolare la tassazione sul capital gain derivante dalla cessione del Bitcoin e in generale gli adempimenti per ciò che riguarda il monitoraggio fiscale. Il risultato è che, secondo il documento pubblicato dalla Direzione Regionale della Lombardia, i Bitcoin devono essere considerati come una valuta estera tradizionale e, pertanto, essere trattati da tali.

In base alla norma in vigore i proventi da cessione a titolo oneroso di valuta proveniente da conti correnti o depositi assumono rilevanza fiscale se la giacenza media di tali depositi è superiore al valore di 51.645,69 euro per almeno sette giorni lavorativi di seguito.

Il rapporto di cambio tra la valuta virtuale e l’Euro si calcola andando a prendere quello che il tasso di cambio vigente in un periodo di riferimento nel quale è avvenuto lo scambio, mentre la plusvalenza sarà calcolata come differenza tra il costo d’acquisto e il prezzo al quale la valuta è venduta.

Bitcoin in dichiarazione dei redditi: gli adempimenti

Come detto la seconda questione riguardava quelli che sono gli adempimenti dichiarativi ed in generale il come compilare i modelli. Le problematiche principali sono sorte in quanto il tema principale è comprendere a quale luogo debba essere ricondotta l’origine dell’investimento in quanto considerato estero e come debba essere qualificato il Bitcoin considerando che fino a questo momento è sempre stato qualificato alla stregua di un metodo di pagamento.

In poche parole secondo quanto dichiarato dall’Agenzia delle Entrate, poiché l’investimento in Bitcoin è considerata un’attività in grado di produrre reddito in Italia, l’utilizzo di un wallet di cui il detentore della chiave di accesso non è residente in Italia potrebbe configurare proprio tale obbligo di compilazione del quadro RW tenendo conto delle regole ordinarie.