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Cambio Ethereum Euro, fase di consolidamento

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Cambio Ethereum Euro, fase di consolidamento

Nella nostra precedente analisi sul cambio Ethereum Euro avevamo evidenziato il breakout con elevati volumi dei massimi storici posizionati in area 334,30 (linea viola orizzontale) e della trendline 1/1 del ventaglio di Gann che aveva fornito il chiaro segnale di forza che aspettavamo. Una doppia rottura che avrebbe con buone probabilità portato le quotazioni ancora verso l’alto.

Cosa è successo successivamente? I prezzi dopo aver fatto registrare nuovi massimi storici in area 432,78 hanno compiuto un chirurgico pullback sull’ex resistenza divenuta ora supporto (cerchio arancione). A tele livello i prezzi hanno incontrato anche la media mobile a 20 periodi che ha contribuito a respingere le quotazioni verso l’alto. In questo momento i prezzi stanno consolidando muovendosi in una fase laterale di breve termine. Durante tale fase notiamo la presenza di una “particolare” candela di indecisione evidenziata sul chart con il cerchio giallo: in essa possiamo osservare la forte estensione delle due ombre (superiore ed inferiore). Queste ombre ci indicano che i prezzi in quella giornata di contrattazione sono stati molto volatili toccando aree tra di loro abbastanza lontane ovvero 432,78 (massimo) e 317,00 (minimo) per poi chiudere la seduta su livelli poco inferiori rispetto a quelli di apertura.

La tendenza del cambio Ethereum Euro rimane, comunque, ben impostata al rialzo ed i prezzi sembrano voler far registrare nuovi massimi storici. A questo punto il trader/investitore che ha fiducia in questa criptovaluta deciderà se intraprendere operazioni long sull’Ethereum facendo particolare attenzione al money management e all’uso degli stop loss. A tal proposito, per il trading su Ethereum è possibile utilizzare la piattaforma di trading CFD Plus500.

Le valutazioni scritte in questo articolo non vogliono essere un invito all’investimento, bensì solo analisi tecniche da valutare per possibili operazioni di trading.

Bitcoin Euro, cosa è successo nel weekend?

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Bitcoin Euro, cosa è successo nel weekend?

Nella nostra precedente analisi sul cambio Bitcoin Euro avevamo sottolineato la straordinaria tendenza positiva che la criptovaluta sta attraversando già da tempo. Inoltre, avevamo posto l’attenzione su un chiaro segnale di forza che il Bitcoin aveva dato al breakout di area 2655 (linea viola orizzontale) che ha accompagnato i prezzi verso i massimi storici. Infine, avevamo evidenziato come la famosa criptovaluta per il momento non sembrava voler fermare la propria tendenza rialzista. Quando scrivevamo tutto ciò eravamo sulla candela evidenziata con il cerchio arancione.

Bitcoin Euro, cosa è successo nel weekend?

Cosa è successo successivamente e nel weekend? Come da nostra previsione le quotazioni del Bitcoin sono continuate a salire guadagnando quasi il 40% nel giro di sole 13 giornate di contrattazione. Una performance davvero da capogiro se si pensa ad i mercati azioni e sopratutto a quelli obbligazionari che presentano rendimenti bassissimi.

Cosa aspettarci per il futuro su cambio Bitcoin Euro? C’è chi parla di bolla, chi invece dice che la criptovaluta ha ancora spazio per salire. A nostro modestissimo parere, il Bitcoin non sembra, per il momento, ancora aver terminato il proprio carburante anche se non sono esclusi leggeri ripiegamenti causati da prese di profitto. A questo punto il trader/investitore deciderà se e quando intraprendere operazioni long facendo attenzione al money management e all’uso degli stop loss.

Nel momento il cui scriviamo il Bitcoin batte quota 9.888,02 con un rialzo del 2%. Le valutazioni evidenziate in questo articolo non vogliono essere un invito all’investimento, bensì solo analisi tecniche da valutare per possibili operazioni di trading.

Ricordiamo che Bitcoin è ormai presente nella maggior parte delle piattaforme di trading inclusa la piattaforma di trading CFD Plus500.

 

Quotazione Ripple supera quota 24 cent

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La quotazione ripple al primo dicembre

La quotazione Ripple, allo scoccare della mezzanotte di questo venerdì 1 dicembre, segnava quota 0,23614 dollari. Nelle prime ore del mattino è andata via via scendendo, arrivando a toccare quota 0,22500 alle 8 del mattino.

In meno di 3 ore, ha recuperato quasi tutto il terreno perso arrivando a quota 0,23661 per poi registrare qualche assestamento e crescere nuovamente fino a sfondare quota 0,24 dollari.

Giorni sicuramente interessanti per la quotazione Ripple, che come evidenziavamo due giorni fa a proposito del rialzo di prezzo dei ripple causato della sua adozione “nominale” da parte di un hedge fund, ottiene sempre più considerazione a diversi livelli, come già avviene da anni. Infatti, basti dire che il sistema Ripple è adottato già da tempo da banche come Santander, Unicredit e UBS, oltre che da altre banche e network di pagamento (tra cui Crédit Agricole, American Express, MUFG (Bank of Tokyo) ed altre ancora).

L’odierno rialzo della quotazione di Ripple nei confronti del dollaro va letto anche in base alla ripresa del Bitcoin, che porta con sé lo stendardo dell’intero settore delle criptovalute, sebbene tra le varie vi sia molta differenza, soprattutto tra le più importanti. La valuta digitale di Ripple, infatti, pare al momento la preferita a livello istituzionale, un fattore non di poco peso che si aggiunge a quella che si ritiene essere la più avanzata tecnologia blockchain, che offrirebbe maggiori garanzie anche in fatto di sicurezza. A dar man forte nella conferma di tale qualità, c’è nientemeno che il MIT, il Massachussets Institute of Technology).

Sia Ripple che Bitcoin sono disponibili per la negoziazione sulla piattaforma per la contrattazione CFD Plus500.

Bitcoin apre dicembre al rialzo grazie ai futures di CME

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Bitcoin entra ufficialmente nel mercato dei derivati e risale di quotazione

Come prevedibile, la notizia dell’entrata ufficiale di Bitcoin nel mercato dei derivati ha aggiunto benzina alla crescita inarrestabile e vertiginosa delle sue quotazioni. Segnale importante per i possessori della criptovaluta, non solo perché la legittima di fatto permettendo a Bitcoin di entrare a tutto titolo nel mondo degli strumenti finanziari, ma anche perché spinge in alto il suo valore, al ritmo battente della diffusione delle ultime novità, recuperando il terreno perso nella giornata di ieri e riassestandosi così a valori di scambio superiori ai 10000 dollari.

Adesso è ufficiale: a partire dal 18 dicembre CME aprirà il mercato di contratti futures su Bitcoin. L’annuncio di oggi, venerdì 1 dicembre, segue il completamento della fase di autocertificazione del più grande operatore di futures presso CFTC (Commodity Future Trading Commission), l’agenzia federale statunitense che controlla e regola il mercato dei derivati. La porta aperta a CME si trasformerà in pochi giorni, è chiaro, in una prateria dove i principali actors del mercato si inseriranno: già CBOE Future Exchange e Cantor hanno reso pubbliche le loro mosse per offrire sulla piazza dei contratti derivati i loro prodotti su valuta Bitcoin.

Il mercato intanto ha già risposto alla novità, regalando una significativa impennata alle quotazioni della criptovaluta: dopo il minimo registrato ieri di 9065 dollari, una giornata nera con perdite di circa un 20%, i valori di scambio della giornata sono risaliti rapidamente mantenendosi saldi sopra la linea dei 10000, confermando l’evoluzione esponenziale del mese di novembre e aprendo dicembre con rinnovato ottimismo per i possessori di Bitcoin.

I Bitcoin permangono stabilmente tra gli asset negozibili sulle piattaforme di trading su criptovalute come la piattaforma di trading CFD Plus500. Ad essa si aggiungono le nuove “varianti” Bitcoin Cash e Bitcoin Gold, oltre a Ethereum, Ripple, Litecoin e altre ancora.

Criptovalute e valute digitali, tra FED e istituzioni

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Le criptovalute e le valute digitali sempre più sotto i riflettori delle istituzioni come FED e Banca d'Italia

Il fenomeno delle criptovalute e delle valute digitali sembra essere entrato in una nuova fase, che potremmo definire “istituzionale”. Infatti, sempre più numerose sono le fonti istituzionali autorevoli che ne discutono. Tra le varie, in questi giorni si è assistito alla valutazione di un lancio di una nuova criptovaluta da parte della FED, la Federal Reserve, ovvero la banca centrale degli Stati Uniti. A questa si è aggiunta anche una dichiarazione concernente maggiormente l’Italia, da parte del governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco.

A proposito della FED, hanno avuto enorme eco le dichiarazioni di Randal Quarles, vice presidente per la supervisione della Federal Reserve. Questi ha affermato che sebbene il fenomeno delle criptovalute e in primo luogo del Bitcoin non venga ritenuto preoccupante per le sue attuali dimensioni, altra cosa invece sarebbe considerarlo su una scala amplificata da una “istituzionalizzazione”. Secondo Quarles, una valuta digitale emessa dalla Federal Reserve sarebbe molto più ampiamente diffusa (per via dell’autorità emittente) ma sarebbe comunque in costante grave rischio di attacco hacker. Un rischio, questo, che la FED al momento non è disposta a correre.

Ignazio Visco, così come altri suoi colleghi presidenti delle banche centrali di tutto il mondo, si trova nella posizione di doversi costantemente aggiornare e cercare di informare l’opinione pubblica degli investitori (e soprattutto neo investitori) riguardo al fenomeno delle criptovalute e delle valute digitali. Tale fenomeno è infatti in crescita esponenziale, una crescita che segue anche gli incredibili risultati ottenuti dal Bitcoin negli ultimi giorni, arrivato a sfondare quota 11.000 dollari, per poi scendere a quota 9.500 e portare come periodicamente accade a parlare di bolla Bitcoin, oltre che dell’altrettanto (e forse più) fisiologica presa di profitto. Le parole di Ignazio Visco in sintesi sono state rivolte alla prudenza, poiché si tratta di un campo ancora incerto e che occorre sempre considerare i rischi di prima di seguire ciecamente delle operazioni d’investimento che da un punto di vista tecnico sono difficilmente comprensibili. D’altro canto, i rischi esistono in ogni tipo di attività finanziaria, così come dall’altro lato del muro istituzionale evidenziano esperti di criptovalute e Bitcoin.

Nel frattempo, cresce anche il numero delle criptovalute messe a disposizione per la negoziazione sulle piattaforme trading come asset sottostanti, come ad esempio nella piattaforma di trading CFD Plus500. In conclusione, il semplice fatto che di criptovalute e valute digitali ne parlino sempre più anche le istituzioni, vuol dire che si tratta di una nuova realtà (sebbene virtuale) con cui iniziare a prendere confidenza, soprattutto da parte di chi desidera investire.

 

Cambio Santiment Dollaro, rialzo appena cominciato?

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Cambio Santiment Dollaro, il rialzo è appena cominciato?

Analizzando il grafico daily (grafico in alto) del cambio Santiment Dollaro per mezzo di candele cumulate heikin ashi, possiamo subito notare come il cross si sia mosso dalla sua nascita fino ad oggi in un trend sostanzialmente laterale (linee blu orizzontali). Durante tale fase le quotazioni hanno fatto registrare un’anomala candela (cerchio arancione): in questa giornata di contrattazione i prezzi “vestiti” di forte volatilità hanno aperto la giornata di contrattazione a quota 0,2887 e sono crollati fino ad area 0,0001 per poi recuperare tutta la perdita e chiudere appena sotto il prezzo di apertura.

Nelle ultime sedute di contrattazione il cambio Santiment Dollaro ha fatto registrare un forte aumento di volumi (rettangolo viola), segno che gli investitori istituzionali si sono avvicinati con grande interesse al cross. Tutto ciò ci fa pensare che dopo la fase di accumulo, ovvero il trend laterale individuato precedentemente, il rialzo del Santiment nei confronti del dollaro sia appena iniziato. Dal breakout di area ,06042 ad oggi le quotazioni hanno fatto registrare una performance di oltre il 100% nel giro di sole nove giornate.

Cosa attendersi quindi per il futuro? Come abbiamo già detto, a nostro avviso, il rialzo del cambio Santiment Dollaro potrebbe essere appena cominciato e quindi regalare belle soddisfazioni ai propri investitoti. Ciascun trader/investitore deciderà se e quando intraprendere operazioni long ricordando che Santiment è una valuta molto volatile. Facciamo, quindi, molta attenzione al money management. Nel momento in cui scriviamo il cambio Santiment Dollaro batte quota 1,2883. Tali valutazioni non vogliono essere un invito all’investimento, bensì solo analisi tecniche da valutare per possibili operazioni di trading.

Facciamo notare, che sebbene non sia presente in molte piattaforme di trading, il Santiment è disponibile sulla piattaforma di trading CFD IQ Option.

Wall street positiva con dati macro, petrolio in rialzo

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Wall Street al rialzo insieme al petrolio

Dopo la turbolenta chiusura di ieri, l’indice Dow Jones ha aperto la seduta con un +0.48%, seguito da un Nasdaq che ha guadagnato lo 0.36%. Gli indici, che hanno beneficiato dei dati macroeconomici rivelatisi superiori alle attese, hanno così raggiunto rispettivamente 24.056 punti e 6.848 punti.

Si tratta di un segnale positivo, perché la ripresa degli indici è conseguenza di un’economia americana che ha intrapreso la via della ripresa: a ottobre gli statunitensi hanno speso più di quanto ci si sarebbe aspettato, e sono riusciti a farlo soprattutto grazie a dei redditi più alti delle attese. Stando ai dati snocciolati dal Dipartimento del Commercio americano, le spese per consumi sono aumentate di 0.3 punti percentuali (quando le previsioni non andavano oltre gli 0.2 punti). E già a settembre il dato era in crescita, visto e considerato che le spese, in quel periodo, aumentarono dello 0.9%.

Anche per questo investitori e analisti hanno gli occhi puntati sulla riforma fiscale tanto caldeggiata dall’amministrazione Trump e ora ferma al Senato. Proprio qui alcuni esponenti del partito repubblicano stanno valutando la possibilità di riformare le imposte sulle imprese portandone l’aliquota principale dal 35% al 22%, sebbene le intenzioni iniziali guardavano a un’aliquota del 20%.

Una mossa di questo tipo permetterebbe, oltre che di alleggerire il carico fiscale che pesa sulle imprese, di avviare tutta un’altra serie di riforme che hanno contraddistinto la campagna elettorale di Donald Trump: dal credito di imposta per i figli, fino alla detrazione massima di 10.000 dollari delle imposte che gravano sugli immobili di proprietà.

Ma le attenzioni degli investitori sono rivolte anche alla questione petrolio e alle decisioni che i paesi produttori (sia Opec che non Opec) prenderanno al vertice di Vienna. Per il momento vige l’accordo sulla stretta alla produzione, anche se alcuni attori poco allineati alle decisioni prese a maggioranza (come la Russia) potrebbero in qualche modo cambiare le carte in tavola. In attesa di conoscere gli sviluppi del caso, sia il Brent che il Wti sono in salita (entrambi gravitano attorno un +0.70%).

Petrolio, OPEC estende tagli produzione

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OPEC a Vienna per decidere tagli alla produzione di petrolio

Al meeting di Vienna, l’OPEC ha deciso di estendere i tagli alla produzione di petrolio fino alla fine del 2018. Tale decisione, tuttavia, presenta una postilla, in cui la stessa Organizzazione afferma che potrebbe annullare tale accordo nel caso in cui il mercato entrasse in particolare fermento. Per ora, quindi, l’OPEC continuerà la liquidazione del greggio in eccesso.

Il nuovo accordo per la produzione di petrolio è di 1,8 milioni di barili per giorno. Questo tetto sarà esteso anche alla Nigeria, mentre per la Libia non si è giunti ancora ad un accordo riguardante il tetto. Le motivazioni stanno nei precedenti rallentamenti della produzione per via dei disordini.

All’OPEC dovrebbe accordarsi la Russia, con cui è in programma un incontro in giornata. Con la propria riduzione, la Russia appoggerebbe l’obbiettivo di un consolidamento del prezzo.

Ai tavoli delle trattative e degli accordi mancano gli Stati Uniti, per i quali la Russia mostra maggiore preoccupazione. Infatti, con il prezzo oltre i 60$, i russi temono che gli americani potrebbero aumentare la produzione per approfittarsi del momento. A maggior ragione se dovesse superare quota 70$ nello stesso mese di dicembre.

Da evidenziare anche come eventuali mosse a sorpresa da parte degli USA potrebbero andare a sconvolgere ulteriormente gli equilibri tra Mosca e Washington, ancora alle prese con la faccenda Russia Gate e la chiusura reciproca di diverse ambasciate. La questione del petrolio, ad ogni modo, rappresenta uno degli strumenti della piccola “guerra fredda” a cui si assiste da qualche anno, e più precisamente da quando gli USA sono tornati prepotentemente sul mercato del petrolio.

 

 

Bitcoin down, bolla o presa di profitto?

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Il crollo del prezzo del Bitcoin fa parlare di Bitcoin Down e di bolla, oltre che di prese di profitto fisiologiche.

Ieri il valore del Bitcoin aveva sfondato quota 11 mila dollari, mentre stamattina è sotto quota 9.600. Quando il prezzo del Bitcoin scende di oltre 1500 dollari nell’arco di un solo giorno, così come accaduto già in passato anche se in modo più leggero, si parla subito di Bitcoin Down e di bolla. Queste dinamiche sono in realtà difficili da interpretare, poiché nei mercati finanziari altrettanto fisiologiche (oltre che logiche) sono anche le prese di profitto.

Il meccanismo è semplice. Tra tutti coloro che hanno ottenuto plusvalenze dall’acquisto dei Bitcoin, periodicamente vi sono dei soggetti che decidono di vendere parte dei propri Bitcoin al fine di intascarne il profitto.

Si tratta della fisiologica presa di profitto, in cui un investitore decide di vendere, di solito parzialmente, quanto acquistato in precedenza. Più crescono sono le vendite, più il prezzo cala. Più veloci sono le vendite, più il prezzo cala rapidamente.

Per quanto riguarda i bitcoin, la questione è piuttosto complessa poiché oltre agli investitori preparati e tecnici, vi sono molti neo investitori impreparati ma “pazzi per il Bitcoin” che potrebbero impaurirsi alla prima reale difficoltà, correndo alla vendita per paura della cosiddetta bolla Bitcoin, e in generale di perdere quanto guadagnato fino ad un determinato momento.

Investitori più scaltri potrebbero approfittare successivamente della situazione, acquistando il Bitcoin ad un prezzo più conveniente. Se ad esempio oggi il Bitcoin arrivasse a quota 8000$ (ripetiamo, per esempio), vi potrebbe essere anche subito dopo un’altra altrettanto fisiologica serie di riacquisti, che successivamente crescerebbe insieme al valore via via riottenuto.

Le prospettive sono interessanti quanto incerte, poiché il fenomeno finanziario del Bitcoin è senz’altro molto complesso.

Rottamazione Cartelle, scadenza 7 dicembre

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Nuovi termini per la rottamazione delle cartelle

Si attende oggi la fiducia della Camera per il via libera alle nuove norme previste per la rottamazione delle cartelle esattoriali della ormai ex Equitalia.

Si sta lavorando a un’edizione bis, ma intanto per chi ha già aderito alla prima edizione della rottamazione delle cartelle esattoriali c’è già una novità: la data ultima per non perdere l’agevolazione è stata fissata (o meglio, posticipata) al 7 dicembre.

In pratica coloro i quali avevano aderito alla rottamazione ma non avevano versato le prime due rate secondo i tempi previsti, potranno recuperare e mettersi in regola versando il tutto entro il 7 dicembre (anziché entro il 30 novembre così come prevedevano le regole originarie). In questa data scadranno sia quelli che avevano scadenza al 31 luglio che al 2 ottobre scorsi.

Inoltre, per quanto riguarda il piano di rottamazione, chi ne aveva uno che prevedeva 4-5  rate fino a scadenza ad aprire 2018, avrà tempo fino al 31 luglio 2018. Resta invariata invece la rata di settembre 2018.

Oltre a questo posticipo, le novità introdotte dal decreto fiscale ridisegnano i contorni della rottamazione, ampliandone di fatto il raggio di applicazione. Infatti, se inizialmente la definizione agevolata riguardava situazioni inerenti un arco di tempo piuttosto ristretto, ora la sanatoria definita “extra-long” estenderà la rottamazione delle cartelle che vanno dal 2000 al settembre 2017.

Chi vuol approfittare di questa novità dovrà aderire al regime entro il 15 maggio 2018, data a partire dalla quale la neonata Agenzia della Riscossione effettuerà tutte le verifiche del caso e, a fronte di un esito positivo, provvederà a mettersi in contatto con il debitore.

Il riferimento del 15 maggio riguarda anche i cosiddetti “ripescati”, ossia quei contribuenti che avevano ottenuto una rateizzazione in passato ma che poi non avevano più rispettato la tabella di marcia dei pagamenti: nel loro caso quindi si potrà saldare il debito non più pagato entro il 31 luglio, per poi beneficiare della rottamazione relativamente alla parte residua.

In definitiva, il decreto fiscale ridisegnato dalla Commissione Bilancio del Senato e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale rende più flessibile (con le date) ed estende (a chi prima non ne aveva diritto), i termini della rottamazione.

*I CFD sono strumenti complessi e presentano un alto rischio di perdita rapida di denaro per via della leva. Tra il 74-89% degli investitori perde denaro quando negozia CFD. Considera se puoi permetterti l'alto rischio di perdere il denaro investito.
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