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Corruzione nel mondo: l’Italia maglia nera d’Europa

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corruzione

Probabilmente non rappresenta affatto una novità, fatto sta che anche quest’anno l’Italia finita tra le posizioni più discusse della classifica redatta da Transparency International sul livello di corruzione nei vari Paesi del mondo. La corruzione nell’ambito statale è una piaga che affligge sempre più stati, ma per avere una visione di insieme di questo fenomeno e per capire chi nell’ultimo anno si è comportato meglio e chi invece ha fatto peggio, diamo subito un’occhiata ai posti più interessanti di questa classifica.

Monte dei Paschi di Siena, chi sarà nuovo ad? Morelli e Passera in pole

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monte paschi di siena

Chi sarà il nuovo amministratore delegato di Monte dei Paschi di Siena? Dopo l’addio a sorpresa da parte di Viola, l’istituto senese si ritrova ad affrontare una nuova grana: l’addio di Viola annunciato durante il consiglio di amministrazione di giovedì è piovuto come un fulmine a ciel sereno e ora si deve procedere di corsa alla nomina del successore.

Le Banche centrali e la loro influenza sulle Borse

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banche centrali

Federal Reserve, Banca Centrale Europea, Bank of Japan, Bank of England, People’s Bank of China. Le riunioni di politica monetaria sono ormai fondamentali per gli investitori dei mercati finanziari, visto che le decisioni delle banche centrali influenzano sempre di più le Borse a livello globale.

Il supporto delle banche centrali all’economia reale sta lentamente distruggendo gli investimenti finanziari. Deflazione, tassi negativi, Quantitative Easing: tutte azioni effettuate per aiutare l’economia reale in difficoltà ma che, allo stesso tempo, stanno deteriorando i mercati stessi e l’economia, influenzando l’andamento delle piazze finanziarie in modo negativo.

La Federal Reserve ha tagliato i tassi di interesse portandoli a zero nel 2008, in seguito alla crisi, e li ha rialzati in minima parte sono a dicembre 2015, dopo aver effettuato tre Quantitative Easings.

La Bank of Japan cerca da anni di stimolare l’economia giapponese attraverso tassi negativi e quantitative easing ma senza successo.

La BCE ha preso a fare lo stesso ma con risultati pessimi, quali crescita minima o nulla in Europa.

Il mercato è drogato, proprio a causa della liquidità immessa dagli istituti centrali e gli investitori non sanno come investire i loro soldi. Così la BCE pensa ad un ampliamento del quantitative easing all’azionario e la Bank of Japan è la maggior azionista di 400 aziende quotate sul Tokyo Stock Exchange.

 

Le politiche monetarie della BCE non stanno per niente stimolando l’inflazione, anzi è vero il contrario. Non riescono a spingere gli investitori finanziari a spostare la loro liquidità sull’economia reale in quanto sono tutte in deterioramento.

Inoltre i rendimenti dei titoli di Stato non rispecchiano più il rischio del Paese, ne sono un esempio i Btp italiani che offrono meno rendimento dei Treasury americani. I titoli azionari sono ipervalutati rispetto alle future prospettive di crescita e non è difficile immaginare nuove vendite sui mercati finanziari vista anche la crescente instabilità politica in Europa ad esempio e il progressivo deterioramento delle economie. Gli investitori sono pertanto scoraggiati ad investire ed incoraggiati a risparmiare, con conseguente depressione dell’economia.

Le Banche centrali non sembrano accorgersi del loro operato e del fatto che le politiche errate non danno modo ai mercati di evidenziare le lacune delle economie reali, incrementando ulteriormente le bolle speculative, come accaduto a Wall Street.

In Europa il rischio maggiore è la fine del Quantitative Easing che creerà non pochi problemi ai detentori di titoli di Stato sovrani. L’economia europea si deteriora e le politiche monetarie delle banche centrali stanno aumentando il rischio di deflagrazione economica.

Apple: la rivoluzione può attendere

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Se eravate in attesa di un’innovazione rivoluzionaria allora Apple vi deluderà questa volta.

 

Il nuovo IPhone è migliorato, fa tutto meglio e più velocemente, resiste all’acqua e alla polvere e ha una fotocamera perfetta per il fotografo professionista che ha la necessità di avere sempre con sè una fotocamera potente e tascabile. E’ più potente, ha una batteria più resistente, ma chi si aspettava qualcosa di più è rimasto deluso. I margini di miglioramento di questa tecnologia sono ancora ampi: tutti vogliono un telefono con una batteria migliore, uno schermo migliore, più veloce e potente e in grado di fare sempre di più ed è quello che ha fatto Cook: seguire le richieste dei fruitori piuttosto che proporre soluzioni innovative che il pubblico non richiede ancora e che avrebbero potuto far correre rischi alla sua azienda.

Cook ha presentato un Apple Watch migliore, con GPS, resistente all’acqua e alla polvere e con tante funzioni per i nuotatori e ha realizzato alcune personalizzazioni, come quella con Nike con un orologio più resistente e più bello.

Nessun riferimento ai numeri di vendita, poca enfasi e autocelebrazione, nessuna previsione o anticipazione per il futuro; tutte cose che fanno pensare ad un cambiamento profondo all’interno dell’azienda, che sembra non puntare più sull’IPhone come prodotto sul quale costruire il futuro dell’azienda. Ovviamente resterà un prodotto centrale ancora per un bel po’, ma l’azienda ha bisogno di focalizzarsi su altro per scoprire il nuovo prodotto cult dell’era digitale. Alcuni dicono che Apple stia lavorando ad un televisore altri ad un’automobile, nessuno ha le idee chiare, nessuno sa davvero che cosa Tim Cook abbia in mente.

Una novità però Apple la introduce: il wireless. Scompare infatti la porta audio alla quale collegare il jack analogico, considerata ormai superata. Chi vorrà collegare i cavi dovrà collegare le proprie cuffie con il jack attraverso un adattatore, oppure usare le nuove cuffie o auricolari dotati del nuovo connettore.

Sempre per togliere di mezzo i fili una volta per tutte, Apple lancia Air Pods: auricolari wireless accompagnati da cuffie anch’esse wireless che sembrano essere un concentrato puro di tecnologia e che niente hanno a che fare con gli auricolari del passato. Gli Air Pods si collegano automaticamente ad IPhone, Watch o IPad con un unico account ICloud. Un passo avanti rischioso ma che già in passato aveva portato successo ad Apple con l’eliminazione del floppy disk, del lettore CD e DVD e di molte altre porte sui portatili.

Apple quindi si concentra sull’innovazione di un mercato secondario rispetto a quello della telefonia e si concentra sul pubblico dei giovanissimi che ascoltano musica quasi unicamente attraverso device mobili. Insomma un’attenzione generazionale per far restare l’IPhone sufficientemente “cool” anche per i più giovani.

Enel in pole position per i tassi di interesse bassi

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Enel si piazza in pole position per sfruttare al meglio le eventuali opportunità che le si presentano, sopratutto per quanto concerne le condizioni di rifinanziamento.

Questo è il pensiero degli analisti di Ubs che sostengono che, proprio a causa dei tassi d’interesse molto bassi che caratterizzano lo scenario corrente, da inizio anno le utilities europee abbiano già emesso obbligazioni per circa 5 miliardi di euro ad un costo inferiore all’1,6%, nettamente al di sotto del costo medio attuale del debito al 4%.

Lo scorso mese, Edp, azienda con un’alta leva finanziaria, ha immesso nel mercato un bond a 7 anni da 1 miliardo a un costo dell’1,1%. Di conseguenza, si prevede che, entro il 2018, occorrerà rifinanziare circa il 20% dell’indebitamento lordo, facendo presagire un costo medio inferiore dell’80%, con probabile ritocco in positivo delle stime sull’utile per azione. Gli analisti ritengono possibile un rialzo dell’eps dal 5% al 13% al 2018. Il modo in cui le società saranno in grado di sfruttare la situazione dipende dalla diversa maturità del debito, dal costo dello stesso e dalla minore o maggiore sensibilità verso i debiti previdenziali o i tassi di rendimento delle reti regolamentate.

Secondo Ubs, questo contesto permetterà a Gas, Enel e Edp di uscirne vincitori. Si tratta di titoli sui quali la banca d’affari ha ribadito il rating buy. Le tre aziende possiedono infatti, secondo Ubs, un’alta percentuale di obbligazioni in scadenza nel periodo 2016-2018, possono sfruttare i possibili risparmi dati dal rifinanziamento, alla luce di un elevato costo di uscita e hanno un’esposizione limitata verso gli oneri previdenziali e verso un potenziale ribasso dei ricavi regolamentati permessi. Tali benefici dovrebbero essere sufficienti ad assicurare un solito rialzo delle stime del consenso, anche in caso di nuova crescita dei tassi dai livelli correnti.

Nel frattempo, a Piazza Affari il titolo Enel è in rialzo dello 0,1%, mentre proseguono le manovre del gruppo sul fronte della fibra e sul piano di concessione degli impianti dismessi sul territorio italiano.

Il CEO del gruppo, Francesco Starace, ha dichiarato in un’intervista come nel nuovo piano industriale, la cui presentazione è prevista per il 22 novembre prossimo, l’attenzione sarà data maggiormente al settore retail, seguito dalla fibra (area di rinnovato interesse dopo l’acquisizione di Metroweb). Proprio l’annessione di Metroweb, che sarà finalizzata a fine novembre, permetterà ad Enel di sviluppare le competenze industriali e l’esperienza della neo annessa, migliorando il profilo finanziario del gruppo.

Obiettivo della società è quello di portare il margine sui ricavi al 71% entro fine 2018, per raggiungere l’85% entro il 2030. Molto importante a riguardo sarà il ruolo e la progressione della nuova nata, Enel Open Fiber, che potrebbe sbarcare in Borsa a breve. La nuova nata ha aggiornato il piano strategico, aumentando gli investimenti e impiegando l’85% degli stessi nel periodo 2016-2021 e aumentando il numero di città interessate da 224 a 250.

Enel sta inoltre vendendo pezzo per pezzo le diverse componenti appartenenti agli impianti non più funzionanti. Si tratta di un processo piuttosto lungo, vi sono infatti stabilimenti che risultano ancora in fase di studio per la valutazione di un’eventuale riqualificazione.

 

Pendolino: accordo fra Ntv e Alstom

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Ntv, compagnia ferroviaria privata che fa concorrenza alle Ferrovie dello Stato sull’alta velocità, firma un contratto da 450 milioni con Alstom, compagnia che vanta una forte presenza in Italia, per quattro nuovi Pendolino. 

Il Presidente di Ntv, Andrea Faragalli Zenobi, e l’Amministratore Delegato di Alstom Ferroviaria, Michele Viale, hanno da poco firmato il contratto che prevede l’acquisto di quattro nuovi Pendolino e relativa manutenzione, nonchè l’estensione da 20 a 30 anni per la manutenzione della flotta dei dodici Pendolino destinati a Ntv.

L’opzione di acquisto dei quattro nuovi Pendolino era già prevista nel contratto firmato dalle due società ad ottobre 2015. Contratto che prevedeva la fornitura di una prima flotta di otto Pendolino in costruzione a Savigliano e la cui consegna è attesa per dicembre 2017.

450 milioni il valore del nuovo contratto: 230 milioni per i nuovi Pendolino e manutenzione e 220 milioni per l’estensione della manutenzione per i vecchi Pendolino.

Con i nuovi Pendolino, che si aggiungeranno ai 25 treni Italo già in servizio, la Ntv aumenterà la sua flotta, che toccherà quota 37 treni. Italo, inoltre, è stato costruito da Alstom nello stabilimento torinese, in sinergia con altri stabilimenti italiani del gruppo.

9 milioni i passeggeri registrati da Ntv lo scorso anno e l’obiettivo quest’anno è quello di raggiungere i 10 milioni. Un ulteriore obiettivo è quello di rendere sempre più capillare la presenza dei servizi ad alta velocità sul territorio nazionale e, grazie a questa ulteriore aggiunta al parco treni presente, verranno servite nuove destinazioni e potenziate quelle già esistenti, la Milano-Napoli ad esempio.

Già avviata la progettazione e la produzione del nuovo treno da parte dello stabilimento Alstom di Savigliano, in collaborazione con il sito di Sesto San Giovanni per i sistemi di trazione e quello di Bologna per i sistemi di segnalamento. La manutenzione del nuovo treno invece verrà effettuata nello stabilimento di Nola (Napoli), che si era già occupato della manutenzione di Italo.

Il Pendolino è uno dei prodotti di punta di Alstom, che permetterà all’azienda di adeguarlo agli standard attuali di sicurezza, aprendo nuove opportunità di vendita sui mercati esteri. Il Pendolino per Ntv ha le stesse caratteristiche e specifiche tecniche degli altri già in produzione: si parla di una velocità di 250 km/h, una lunghezza di 187 metri, 7 carrozze capaci di ospitare 480 passeggeri.

Il Pendolino, progettato in Italia negli anni 70 a Savigliano da Fiat Ferroviaria, è uno dei treni ad alta velocità più collaudati al mondo ed è in servizio in 14 Paesi, tra cui Italia, Austria, Germania, Cina, Repubblica Ceca, Regno Unito e Polonia. Il Pendolino è stato il primo treno ad alta velocità a integrare la tecnologia ad assetto variabile, in grado cioè di inclinarsi fino a 8 gradi in curva, raggiungendo velocità più elevate rispetto agli altri convogli, il tutto in piena sicurezza e all’insegna di un comfort ottimale per i passeggeri.

Hanjin Shipping al naufragio

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Hanjin Shipping, settima compagnia di navigazione al mondo per importanza, con un’attività di trasporto di oltre 100 milioni di tonnellate di merci all’anno ha dichiarato bancarotta con circa 5 miliardi di euro di debiti e 85 navi portacontainer bloccate fuori dai porti con a bordo circa 500 container e nessun tipo di scorte.
Il commercio mondiale entra in crisi. La compagnia di navigazione ha chiesto l’amministrazione controllata al Tribunale di Seoul. Si tratterebbe del fallimento più grande della storia del trasporto marittimo e la situazione è paradossale in quanto le navi non possono attraccare a causa del veto dei porti, ma, allo stesso tempo, il personale è costretto a restare a bordo. Gli operatori dei terminal, i porti e gli addetti alla movimentazione delle merci di tutto il mondo si sono astenuti dall’intervenire nella gestione del carico per paura di non essere pagati dalla compagnia. Sembra inoltre che nessun fornitore sia più disposto a fornire carburante alle navi. D’altronde chi vorrebbe fare affari con una compagnia che non è in grado di pagare?
Tutte le navi in viaggio sono state fermate nel primo porto disponibile o perlomeno nel primo porto che ha accettato che la nave si fermasse.
Hanjin è uno dei punti di riferimento per i container reefer utilizzati per il trasporto di frutta. Difficile ipotizzare le ripercussioni sul commercio mondiale di ortofrutta, nè sapere quanta merce deperibile sia al momento presente sulle navi. Quello che è certo è che si saranno enormi conseguenze sul piano logistico, tra danni, diatribe e necessità di riorganizzare tutti i trasporti.
A Genova intanto 89 lavoratori di Hanjin Italia sono incerti circa il proprio futuro lavorativo. La compagnia ha intrapreso azioni legali negli Stati Uniti e si prepara a fare istanza ad una decina di altri Paesi, tra cui Canada e Regno Unito, per proteggere le proprie navi dalla confisca dei creditori.
Ma quali sono state le cause del crack? Innanzi tutto la crisi dell’intero settore del trasporto marittimo. Si è assistito ad un aumento dell’offerta dovuto al fatto che molti sono stati costretti a comprare più navi grazie a tassi molto bassi. Questo forte incremento dell’offerta rispetto alla domanda ha portato ovviamente ad un crollo sia dei prezzi che della redditività.

Europa: il muro anti migrazione

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Il problema immigrazione in Europa è ormai realtà e non può essere ignorato. Proprio a causa dei migranti sembra che la Merkel rischi di perdere le prossime elezioni e, in generale, il problema si sta facendo serio in tutto il Continente.

La soluzione che sembra andare più di moda in questo periodo, sulla scia di ciò che è avvenuto in America, sembra essere la costruzione di muri come barriere anti immigrazione.

Gli USA

La campagna elettorale di Donald Trump ha portato alla luce il discorso negli Stati Uniti. Trump ha infatti deciso che, in caso di vincita come presidente degli Stati Uniti, si impegnerà ad erigere un muro al confine con il Messico. Apparentemente il muro servirà a frenare la libera circolazione dei narcotrafficanti, mentre in realtà servirà per bloccare l’immigrazione clandestina.

L’Europa sembra voler prendere spunto da Trump. Già in passato abbiamo avuto l’esempio con il muro di Berlino, oggi tocca alla Gran Bretagna che, reduce dalla Brexit e volenterosa di separarsi dall’Unione Europea, ha annunciato di voler costruire un muro a Calais, proprio al confine con la Francia.

Non è ancora chiaro se si tratti di un’ipotesi o di un’intenzione, visto che sembra ci sia un accordo tra Londra e Parigi a riguardo. Stiamo parlando della costruzione di un muro di cemento armato di 4 metri di altezza e lungo 2 chilometri, che si svilupperà tra l’autostrada che porta all’imbarco dei traghetti per Dover e il tunnel della Manica. Un’Europa sempre in guerra con sè stessa quella che viene a delinearsi da questa notizia e che aggiunge divisioni fisiche alle già presenti divisioni mentali che caratterizzano questo particolare momento storico.

Sarà da vedere se Calais, su territorio francese, accetterà un muro inglese sul suo territorio. Sembra infatti che la Francia abbia delegato tutti i costi dell’operazione alla Gran Bretagna che è però ben disposta ad effettuare l’esborso, pur di evitare quanto già accaduto a Dover lo scorso 24 luglio. A Dover infatti, punto di imbarco inglese per Calais e principale porto britannico sulla Manica, il 24 luglio scorso, in seguito all’aumento dei controlli antiterrorismo effettuati dai francesi, si è creato un ingorgo di 15 ore sulla costa inglese. A tutto questo si aggiungeva la massa di turisti inglesi che in quel periodo si affollava per andare in vacanza in Europa.

Poste Italiane, il governo rassicura: “Continuerà a rimanere pubblica”

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Nonostante i vari tentativi di (semi)privatizzazione, Poste Italiane, almeno per ora, rimarrà in mano allo Stato italiano. A ribadirlo è Antonello Giacomelli, sottosegretario allo Sviluppo Economico con delega alle Comunicazioni, che nel corso di un’audizione alla Camera ha spiegato: “In merito all’operazione di porre sul mercato un’altra quota del capitale sociale di Poste Italiane, prevediamo di determinare una partecipazione pubblica comunque non inferiore al 35%. In questo modo lo Stato potrà continuare a detenere il controllo della società”.

Tasse sulle imprese: tutte le novità della Legge di Bilancio

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tasse sulle imprese

La prossima Legge di Bilancio si preannuncia ricca di tante novità soprattutto per pensionati e imprese. E se sui pensionati sono già state spese molte parole tanto da esserci spazio per poche sorprese in merito agli interventi che verranno intrapresi, di imprese e di pressione fiscale se ne sta incominciando a parlare solo da qualche ora a questa parte. Fonti interne a Palazzo Chigi e lo stesso premier Matteo Renzi, infatti, hanno aperto a molte novità che dovrebbero trovare il plauso degli imprenditori.

*I CFD sono strumenti complessi e presentano un alto rischio di perdita rapida di denaro per via della leva. Tra il 74-89% degli investitori perde denaro quando negozia CFD. Considera se puoi permetterti l'alto rischio di perdere il denaro investito.
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