Bank of Japan sotto il radar degli investitori

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Bank of Japan

I provvedimenti del governo per dare una spinta all’economia non hanno convinto i gestori di fondi che ora hanno puntato l’attenzione Bank of Japan, attendendo le sue prossime mosse.

Il Giappone non riesce a convincere il mercato. Non sono serviti, al momento, i provvedimenti messi in campo dal governo nipponico per dare slancio all’economia del paese. Tra questi, il governo ha erogato 28 mila miliardi di yen (circa 245 miliardi di euro) con l’obiettivo di far salire il Pil dell’1,3%. Il piano, definito dal premier Shinzo Abe “un investimento per il futuro”, prevede misure per piccole e medie imprese, famiglie a basso reddito, sostegni per la ricostruzione delle zone colpite da episodi sismici, per il turismo, per le infrastrutture e così via.

Nel frattempo il piano ha portato qualche conseguenza sul piano politico, con la sostituzione dei Ministri dell’Industria e della Difesa. Hanno salvato il posto invece i ministri delle Finanze e vice-premier, quello degli Affari esteri e il segretario generale e portavoce del governo. Il ministro della Ripresa economica ha conservato la carica, così come quello agli Interni e della Salute.

Occhi puntati sulla Bank of Japan

Gli investitori, nel frattempo, sono tutti in attesa delle prossime mosse della Bank of Japan. Il prossimo 20 e 21 settembre infatti ci sarà la riunione del board, nella quale si chiarirà che cosa serve al governo per raggiungere il target di inflazione del 2%. Non ci si aspetta per il momento un aumento dei tassi di interesse.

Sul fronte inflazione non ci sono buone notizie. Gli ultimi dati sul costo della vita dicono che i prezzi al consumo sono scesi a luglio dello 0,2% rispetto al mese precedente e dello 0,5% annuo. Si tratterebbe pertanto del calo più alto da marzo 2013, un dato addirittura più basso delle attese di mercato. Ma, per fortuna, ci sono anche buone notizie. L’indice Pmi manifatturiero, ad esempio, ha registrato un balzo lo scorso mese raggiungendo quota 49,3 rispetto al 48,1 di giugno, segnando un record da febbraio scorso e migliorando il dato preliminare che era di 49. Dopo un secondo trimestre che ha registrato la peggiore performance degli ultimi tre anni e mezzo, il terzo trimestre dell’anno si apre con segnali di ripresa.