Mercati finanziari: il punto

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Le banche continuano a trainare l’indice europeo. Il dollaro teme il rialzo FED e si riscontrano segnali di perdita di momentum del ciclo.

Il dollaro in ripresa ha cambiato le carte in tavola sul mercato azionario globale. Se fino a pochi giorni fa Tokyo e le borse europee erano i fanalini di coda, oggi si ritrovano in capo alla fila, con Stati Uniti e mercati emergenti che gradualmente perdono smalto.

Un equilibrio complesso e molto fragile quello che si è raggiunto negli ultimi mesi sui mercati. Tassi e dollaro stabili ostacolano gli sforzi della BCE e della Bank of Japan e mettono in difficoltà il sistema bancario e i risparmiatori. Al contrario, tasso e dollaro in rialzo li aiutano, ma solo in parte e mettono invece in difficoltà la Cina e i Paesi Emergenti, gravando anche sul settore manifatturiero americano. I margini di manovra sono ridotti e occorre raggiungere un equilibrio tenendo conto delle esigenze di ognuno. Un modesto incremento dei tassi e l’apprezzamento del dollaro potrebbero essere tollerati dal mercato, se accompagnati da una accelerazione ciclica in US.

Sugli altri mercati si riscontrano nuovi indebolimenti dello Yen e staticità sugli altri indici asiatici, ad eccezione di India e Shanghai.

In Europa si è partiti al rialzo, grazie al settore bancario, settore considerato ormai in profonda crisi che ha però creato un improvviso entusiasmo sul mercato. Una delle cause sembra essere il possibile calo della richiesta di ricapitalizzazione di Unicredito e Montepaschi. La prima starebbe coprendo parte del deficit tramite liquidazione di asset e la seconda starebbe lavorando a modifiche del piano di risanamento.

Sul fronte macro, assistiamo ad un aumento dei dati tedeschi a luglio, mentre il mercato francese appare meno brillante ed è in calo il CPI flash Eurozone di agosto.

Ma i dati più attesi, come sempre, erano quelli americani:sembra che l’economia americana si stia assestando un po’ dopo gli slanci di inizio estate. I dati presentano infatti un aumento del numero degli occupati nel settore privato ad agosto. Il petrolio è in calo e, di conseguenza, Wall Street ha preso a scendere, cancellando il rally delle borse europee, ma non quello delle banche. Sono stati colpiti anche gli emergenti, gravati dal dollaro e da dati non positivi in India, Brasile e Nigeria.