Alitalia e sindacati trovano l’accordo: revocato sciopero del 22 settembre

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Lo sciopero del 22 settembre programmato dal personale di bordo Alitalia è stato revocato. I sindacati Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uil Trasporti e Ugl hanno infatti sottoscritto un testo comune tramite cui si annuncia un dietrofront sullo scipero di 24 ore. L’unica sigla a non aver firmato il documento è stata l’associazione professionale Anpac che però, stando a quanto riferiscono le fonti, potrebbe tornare a trattare nel merito già nel corso delle prossime ore.

Alitalia, sciopero di volo scongiurato: ma i nodi da risolvere restano

Inizialmente, l’astensione dal lavoro era stata proclamata per tutta una serie di questioni tra cui licenziamenti di assistenti di volo, violazioni del contratto sulla composizione degli equipaggi, aumento dell’orario di lavoro, mancato rispetto dell’esonero del lavoro notturno, cessione di attività a dei vettori extraeuropei e rivisitazione delle concessioni di viaggio (che finora davano al personale di volo il privilegio di avere biglietti gratis per raggiungere il posto di lavoro). Lo sciopero del personale rischiava insomma di tradursi in una spesa da un milione di euro per Alitalia, ipotesi che però, stando a quanto annunciato nelle scorse ore, pare sia stata sventata.

Tuttavia il mancato sciopero non significa che i lavoratori hanno ottenuto la vittoria su tutte le istanze che erano oggetto di contestazione: più semplicemente, l’azienda ha dimostrato un atteggiamento più propositivo rispetto a quello tenuto inizialmente dicendosi disposta a trattare con i sindacati per trovare una soluzione. L’obiettivo del pareggio di bilancio per il 2017 rimane confermato, ma quanto meno si aprono dei margini di manovra tra azienda e sindacati che fino a poco prima erano stati negati da parte degli alti vertici di Alitalia.

Nel frattempo si respira aria di attesa (e perché no, forse anche di tensione) in merito al Piano industriale che verrà. L’azienda si ritrova infatti dinanzi a un bivio che la costringerà ad aprire una sorta di “fase due”: l’obiettivo è metter giù un’organizzazione tutta nuova che possa permettere al gruppo Alitalia di prevenire atti di terrorismo, di gestire le crisi geopolitiche, di far fronte alla concorrenza delle low cost e di provare a rendersi competitiva alla luce del rallentamento dell’economia. E poi, è chiaro: la questione relativa alle perdite e al risanamento della compagnia rimane il cruccio numero uno visto e considerato che Alitalia perde ancora 500 mila euro al giorno.