ENI: via libera agli investimenti a Gela

Nuovo si alle trivelle dell'Eni: estrazioni on e off shore

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Respinto il ricorso presentato dalle associazioni ambientaliste WWF, Legambiente e Greenpeace, da Legacoop Pesca Sicilia, Touring Club italiano e dai comuni di Ragusa, Santa Croce, Vittoria, Scicli, Palma di Montechiaro e Licata contro il progetto di ricerca ed estrazione di gas nell’area del Golfo di Gela, al largo della Sicilia, e sulla terraferma.

“Off shore ibleo” è il nome del progetto, che prevede un investimento di quasi 1,8 miliardi e che include, tra le altre cose, la trivellazione in mare, la realizzazione della piattaforma Prezioso K, il completamento di sei pozzi nei campi Argo e Cassiopea e quello di due pozzi esplorativi (Centauro 1 e Gemini 1) al largo delle coste siciliane.

Stiamo parlando della parte più corposa dell’investimento da 2,2 miliardi che Eni aveva previsto per la riqualificazione ed il rilancio del polo energetico di Gela.

Il Consiglio di Stato ha dichiarato inesistenti le basi del ricorso ed imposto il pagamento delle spese ai ricorrenti. I giudici hanno poi smontato le argomentazioni dei ricorrenti, riconoscendo ed approvando le azioni di Eni ed Edison (altra azienda interessata a lavorare sul territorio).

L’avvio del progetto porterà notevoli benefici sul piano occupazionale. Per la realizzazione del complesso di attività infatti sono state sinora impiegate risorse umane dell’indotto locale: 1062 addetti nel 2015 rispetto ai 900 previsti più di 1200 nel 2016″.

La sentenza va inoltre ad inserirsi in un quadro giudicato positivo. All’inizio di aprile sono stati avviati i cantieri per la costruzione della Green Refinery, con un investimento di 220 milioni, e a fine luglio sono stati emessi i primi ordini di acquisto per i materiali e sono attualmente in corso le gare per l’approvigionamento del materiale per completare la prima fase del progetto.

La Sicilia è una regione strategica per l’Eni, nella quale si concentra il 30% delle spese previste in Italia nel piano 2016-2019. In particolare, a Gela è destinato il 26% degli investimenti. L’Eni sta lavorando in Sicilia per trasformare una raffineria tradizionale in raffineria verde, con l’avviamento di un processo di biotrasformazione anche nella chimica e nella raffinazione. Eni è inoltre impegnata nella riconversione dei siti dismessi e poi assegnati alle energie rinnovabili.