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Esenzione canone Rai per gli over 75

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Informazioni sulla esenzione canone Rai per gli over 75

Interessanti le riforme che riguardano l’esenzione Canone Rai per quanto riguarda gli over 75 con reddito basso. Nello specifico è disponibile già da oggi sul sito ufficiale dell’Agenzia delle Entrate il modello per richiedere l’esenzione da questo tipo di pagamento. Naturalmente ci sono dei parametri da rispettare per assicurarsi la completa esenzione. In particolare il Canone non dovrà essere pagato dai contribuenti che, come detto, presentano un’età pari o superiore ai 75 anni e con un reddito annuo fino agli 8 mila euro.

Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale consumatori ha dichiarato che sarà disponibile anche il nuovo modello di rimborso che permette a tutti coloro che hanno pagato il Canone pur essendone esenti di ottenere la restituzione dei pagamenti.

Chi ha diritto all’esenzione del canone Rai

Come detto sono esenti dal pagare il Canone Rai tutti i contribuenti che presentano un’età maggiore ai 75 anni e che nell’anno precedente a quello della richiesta hanno avuto un reddito complessivo e familiare non superiore ai 6.713,98 euro.

Per quanto riguarda l’anno corrente, il 2018, il limite è stato elevato agli 8 mila euro di reddito complessivo.

Per chi avesse già pagato le prime rate del Canone si può presentare contestualmente sia la richiesta di rimborso che quella di esenzione.

Come richiedere l’esenzione canone Rai

Per presentare la richiesta di esenzione dal Canone Rai oltre all’apposito modulo fornito dall’Agenzia delle Entrate bisognerà munirsi anche di un documento di riconoscimento valido che dovrà essere inviato tramite raccomandata all’indirizzo Agenzia delle Entrate, Ufficio di Torino 1, S.A.T. – Sportello di abbonamenti TV – Casella postale 22 – 10121 Torino.
Per quanto riguarda la richiesta di rimborso si può utilizzare anche la posta certificata (l’indirizzo è cp22.sat@postacertificata.rai.it) firmando digitalmente i documenti.
In alternativa tali richieste possono anche essere consegnate fisicamente dall’individuo interessato presso qualsiasi ufficio dell’Agenzia delle Entrate, munendosi naturalmente di un documento di riconoscimento.

Azioni Ferrari, analisi tecnica al 05 aprile 2018

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Azioni Ferrari, analisi tecnica al 05 aprile 2018

Nella nostra analisi tecnica del 19 marzo 2018 dicevamo che nel brevissimo termine i prezzi delle azioni Ferrari non avevano attraversato in maniera decisa le medie mobile esponenziali e proseguendo la loro tendenza bearish di brevissimo termine hanno proseguito il loro cammino verso il basso. Le quotazioni delle azioni Ferrari, infatti, avevano ripetutamente testato l’EMA a 200 periodi in area 100,35€ (frecce arancioni). Avevamo aggiunto che gli orsi stavano avendo la meglio ma sempre nel brevissimo termine. Avevamo concluso dicendo che a nostro parere, i prezzi del titolo Ferrari si sarebbero potuti portare a quota 96,40€. Quando scrivevamo tutto ciò eravamo a quota 98,60€.

Azioni Ferrari, analisi tecnica al 05 aprile 2018

Cosa è successo successivamente? Le quotazioni delle azioni Ferrari dopo aver breakkato solo temporaneamente tutte le medie mobili esponenziali ha proseguito la propria discesa arrivando fino ad area 95,40€ dove possiamo osservare la presenza di un doppio minimo (frecce viola). Durante la discesa i prezzi hanno di nuovo provato ad attraversare al rialzo l’EMA a 200 periodi ma senza successo (cerchi viola).

Azioni Ferrari, analisi tecnica al 05 aprile 2018

Allargando il grafico ed analizzandolo su scala daily, possiamo osservare come la media mobile a 100 periodi sta fungendo da ottimo supporto, respingendo i prezzi verso l’alto (frecce blu).

Cosa attendersi per il futuro? Su scala daily, a nostro avviso, le quotazioni delle azioni Ferrari difficilmente andranno ad di sotto dell’EMA a 100 periodi. Per quanto riguarda, invece, il brevissimo termine fin quanto i prezzi non si porteranno definitivamente al di sopra di area 100,00€ non si potrò parlare di inversione.

Nel momento in cui scriviamo l’azione Ferrari batte quota 98,00€. I titoli Ferrari sono disponibili sulla piattaforma di trading CFD Plus500.

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Le valutazioni evidenziate in questo articolo non vogliono essere un invito all’investimento, bensì solo analisi tecniche da valutare per possibili operazioni di trading/investimento.

Azioni Spotify: operazione da 30 miliardi di dollari

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La IPO Spotify fa approdare le azioni Spotify in borsa

Dopo la tempesta hi-tech degli ultimi giorni c’era un po’ di preoccupazione per quanto riguarda le azioni Spotify, approdate in borsa a Wall Street. Gli investitori possono però dormire sonni tranquilli in quanto il colosso della musica non ha tardato a dare risultati molto positivi.
Citadel Securities, designato market maker con il compito di vagliare l’interesse degli investitori ha infatti stabilito il prezzo di apertura a 165,90 dollari pari ad un totale di circa 29,5 miliardi che ha permesso di collocare Spotify al terzo posto dietro Alibaba e Facebook.

Questa quotazione iniziale ha assistito ad un rialzo del 25,7% rispetto ai precedenti 132 dollari. In ogni caso l’arrivo di Spotify ha contribuito a stabilizzare almeno temporaneamente Wall Street bloccando i declini legati ai titoli hi-tech i quali hanno assistito ad una situazione tragica negli ultimi giorni.

[plus_chart chart=”SPOT”]

Storia di Spotify uno sguardo al futuro

Le previsioni future circa il valore delle azioni Spotify divergono non poco. Alcuni analisti sostengono che il titolo possa arrivare anche a 220 dollari altri che si fermerà invece a 130.
Se si guarda alla storia di Spotify è facile pensare che possa avvenire un rialzo importante. Nello specifico la società è stata fondata nel 2008 dall’imprenditore svedese Daniel Ek il quale ha rivoluzionato per sempre il mondo della musica.
Ad oggi infatti l’azienda conta oltre trentamila dipendenti e un catalogo di oltre 35 milioni di canzoni in 60 Paesi.

Il Modello di business di Spotify

Ciò che ha permesso alle azioni Spotify di raggiungere un certo valore è anche il modello di business. Il servizio attualmente conta oltre 71 milioni di abbonati e altri utenti che usufruiscono di un servizio gratuito sostenuto dalla pubblicità.
Un modello di business messo in atto anche da altri colossi come Apple la quale è entrata nel mondo dello streaming solo nel 2015 e Amazon Music varata solo nel 2016

Azioni Mediaset: rialzo dopo l’accordo con Sky

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Le azioni Mediaset incassano un rialzo dopo l'accordo con Sky

Le azioni Mediaset hanno assistito ad un rialzo davvero importante dopo la pace commerciale e gli accordi raggiunti con il competitor Sky.
L’accordo raggiunto tra le due emittenti pone finalmente fine alla guerra che da oltre due anni ci aveva fatto assistere a canali oscurati e zero comunicazione tra le due parti.
Nello specifico secondo quanto riportato da Repubblica si potrebbe parlare di prove generali per portare una sola emittente a pagamento in Italia. In effetti l’accordo prevede:

  • 5 canali di Cinema e 4 di Serie Tv prima esclusiva di Mediaset Premium che saranno finalmente disponibili anche su Sky. Gli abbonati Sky sui canali Cinema quindi avranno la possibilità di vedere anche Premium Cinema, Premium Cinema +24, Premium Cinema Energy, Premium Cinema Emotion e Premium Cinema Comedy
  • Gli abbonati Sky al Pacchetto Famiglia vedranno aggiunti anche Premium Action, Premium Joi, Premium Crime e Premium Stories.
  • Per gli abbonati Mediaset invece Sky creerà una sua offerta a pagamento per visionare un misto di canali Sky e Fox con 9 canali targati Mediaset tra cui Cinema e Serie Tv.

Il rialzo delle azioni Mediaset

Tornando alla situazione in Borsa come detto le azioni Mediaset hanno assistito ad un netto rialzo. A commentare il patto tra quest’ultima e Sky ci ha pensato il quotidiano francese Les Echos che ha dichiarato “Berlusconi patteggia con Murdoch per sfuggire a Vivendi” in relazione al fatto che proprio il gruppo Vivendi aveva tentato l’assalto all’emittente berlusconiana.
In più secondo il quotidiano questa nuova alleanza tra le due emittenti, oltre a garantire un rialzo delle azioni Mediaset, potrebbe rappresentare una mossa strategica volta a fare chiarezza sui diritti tv della Serie A.
Nel corso degli ultimi anni infatti le due parti avevano dato vita a vere e proprie guerre dispendiose che hanno permesso a terze parti (come lo spagnolo Mediapro) di inserirsi per accaparrarsi una fetta del mercato.

Le azioni Mediaset sono disponibili sulla piattaforma di trading CFD Markets.

FTSE MIB, analisi tecnica al 04 aprile 2018

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FTSE MIB, analisi al 04 aprile 2018

Nella nostra precedente analisi tecnica del 12 marzo 2018 evidenziavamo che il nostro indice Ftse Mib aveva proseguito il proprio trend ribassista di breve termine ed i prezzi erano arrivati fino al livello di 21.460, area toccata il giorno dopo le elezioni italiane, breakkando al ribasso anche la media mobile a 200 periodi che fungeva da buon supporto. Subito dopo i prezzi sono rimbalzati ritornando al di sopra dell’EMA a 200 periodi facendo dedurre che si era trattato di una falsa rottura. Avevamo aggiunto che le quotazioni stavano “danzando” su un livello molto importante (linea arancione orizzontale), più volte toccato dal mercato (frecce rosse). Avevamo concluso dicendo che la fase di storno poteva essere completata. Quando scrivevamo tutto ciò eravamo sulla candela evidenziata con il cerchio arancione a quota 22.806 punti.

FTSE MIB, analisi al 04 aprile 2018

Cosa è successo successivamente? Le quotazioni dell’indice Ftse Mib dopo averci provato più volte (frecce viola), non hanno breakkato al rialzo l’importante livello che avevamo individuato (linea arancione orizzontale) ed hanno compiuto un altro leggero storno che si è arrestato ancora una volta sulla media mobile esponenziale a 200 periodi che è funta ancora da buon supporto (cerchi blu).

Cosa aspettarsi per il futuro? A nostro avviso, un eventuale rottura definitiva di area 22.851 punti potrebbe accompagnare le quotazioni del Ftse Mib prima verso area 23.400 e successivamente verso area 24.000 punti che rappresentano i top di periodo. Una continuazione del trend ribassista a nostro parere è poco probabile.

FTSE MIB, analisi al 04 aprile 2018

Da un punto di vista di brevissimo termine, infine, possiamo osservare come i prezzi si stanno muovendo in un ampia fase laterale.

Nel momento in cui scriviamo l’indice Ftse Mib batte quota 22.321 punti.

[plus_chart chart=”FIBi”]

Le valutazioni evidenziate in questo articolo non vogliono essere un invito all’investimento, bensì solo analisi tecniche da valutare per possibili operazioni di trading/investimento.

Ricordiamo, infine, che il Ftse Mib come tutti gli indici è un paniere che rappresenta la media ponderata delle quotazioni di una serie di azioni.

Bitcoin riprende quota per offerta a Coincheck

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Schnorr è l'ultima ottimizzazione del codice Bitcoin

Il prezzo del Bitcoin riprende quota grazie ad una offerta che società di broker giapponese, la Monex, ha preso in considerazione la possibilità di rilevare Coincheck, una piattaforma exchange che a gennaio ebbe un problema di hackeraggio.

Un’iniezione di fiducia non da poco, per la criptovaluta, che negli scorsi giorni è scesa sotto quota 7000 dollari mentre oggi viaggia sopra quota 7400, con una variazione percentuale su base giornaliera superiore al +5%. Così come da copione, anche tutte le altre criptovalute giovano del buon rialzo del bitcoin. Il segno più ad accompagnare tutte le valute digitali a maggiore capitalizzazione tra cui Ethereum, Ripple, Bitcoin Cash, Litecoin.

Sul bitcoin è possibile negoziare su piattaforme exchange e di trading CFD come Markets.com. Il fatto che una grande società pubblica e regolamentata stia comprando una exchange riapre di fatto l’interesse nell’intero settore, soprattutto in Giappone, dove operazioni simili potrebbero ripetersi, con l’interesse da parte di altre società di broker.

I termini dell’operazione di compravendita saranno ufficializzati presto, probabilmente insieme all’ufficializzazione della proposta, comunque considerata concreta.

IPO Spotify, da oggi le azioni Spotify in borsa

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La IPO Spotify fa approdare le azioni Spotify in borsa

Sebbene non si tratti precisamente di una IPO Spotify bensì di una quotazione diretta sul mercato, è comunque da oggi che il titolo SPOT sbarca a Wall Street, sul NYSE. Anche per via della sua “non-IPO”, è difficile prevedere come si muoverà al suo debutto sull’indice azionario. Questo ingresso a Wall Street arriva appena un mese dopo la soluzione drastica che ha bloccato tutti gli account craccati, ovvero quelli che riuscivano ad ottenere i servizi premium senza pagare. Ebbene, con la quotazione in borsa non ci si può certo permettere di perdere denaro inutilmente, perciò Spotify ha chiaramente deciso di offrire agli azionisti un prodotto maggiormente controllato. A tal proposito, ricordiamo che si tratta di una piattaforma in cui è possibile ascoltare una immensa mole di prodotti musicali, gratuitamente oppure a 9,90 al mese senza pubblicità (servizio premium).

Ora o mai più, il titolo Spotify contro la tempesta in atto

L’offerta sul mercato di Spotify arriva in un momento decisamente particolare, in cui sotto i riflettori dell’opinione pubblica e dei giornalisti vi è la questione relativa ai dati sensibili. Facciamo riferimento alla questione Cambridge Analytica. Inoltre, vi è anche la questione fisco, con Donald Trump che ha deciso di tassare maggiormente i grandi colossi, come per l’appunto Amazon e che potrebbe riguardare molto probabilmente anche Spotify.

Il prezzo del titolo sarà quindi deciso dal mercato in base ai movimenti della domanda e dell’offerta, anche se la capitalizzazione di mercato, secondo la SEC, dovrebbe essere di un miliardo di dollari. Tuttavia, il brand e le sue potenzialità potrebbero far lievitare tale quota.

Trading online su azioni Spotify

Sui titoli Spotify saranno presto attivi i CFD delle piattaforme di trading online, che consentiranno di negoziare al rialzo e al ribasso sulle quotazioni del titolo. Qui sotto il grafico in tempo reale dei CFD sulle azioni Spotify forniti da Plus500. Il grafico in tempo reale si attiverà tra poco tempo, in base ai tempi del mercato.

[plus_chart chart=”SPOT”]

La quotazione di mercato e quindi la capitalizzazione terranno conto dei numeri che può già vantare Spotify: 160 milioni di utenti, dei quali oltre 70 abbonati. L’operazione anti pirateria e l’approdo in borsa dovrebbero riuscire a dare più fiato al bilancio, le cui perdite nette sono state pari a oltre 300 milioni di euro nel 2017.

Cambio Euro Dollaro, al test del supporto dinamico di medio termine

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Cambio Euro Dollaro, al test del supporto dinamico di medio termine

Nella nostra analisi tecnica del 27 marzo 2018 sottolineavamo che i prezzi del cambio euro dollaro, seppur di poco erano saliti verso l’alto fino a quota 1,2476, con un conseguente apprezzamento dell’euro nei confronti del dollaro. Ricordiamo, infatti, che i cambi non sono altro che rapporti matematici con la prima moneta posta al numeratore e la seconda posta al denominatore. Le quotazioni, inoltre, si erano portati in maniera decisa al di sopra delle medie mobili esponenziali a 50, 100 e 200 periodi.

Cambio Euro Dollaro, al test del supporto dinamico di medio termine

Da un punto di vista di medio termine avevamo evidenziamo che il trend del cambio euro dollaro è ancora saldamente bullish confermato anche dal fatto che le quotazioni si trovano al di sopra del supporto dinamico ascendente (trendline viola).
Avevamo concluso dicendo che a nostro parere nel medio termine i prezzi del cambio euro dollaro si sarebbero continuati a muovere lentamente e gradualmente verso l’alto. Molto importante sarà comunque il test che i prezzi avranno in area 1,2533.
Quando scrivevamo tutto ciò eravamo a quota 1,2396.

Cambio Euro Dollaro, al test del supporto dinamico di medio termine

Cosa è successo successivamente? Le quotazioni del cross euro dollaro non hanno fatto registrare forti escursioni ed i prezzi si sono continuati a muovere all’interno del range delimitato dalle linee rosse orizzontali con volumi quasi sempre sotto la media. Prosegue dunque la fase di stallo dell’importante cambio euro dollaro. Importante perché anche da esso dipendono le scelte di politica monetaria adottate dalle rispettive banche centrali.

Cosa attendersi per il futuro? Le quotazioni del cross sembrerebbero voler testare il supporto dinamico ascendente di medio termine che “sorregge” le quotazioni dai minimi fatti registrare agli inizi del 2017. Un eventuale, a nostro avviso poco probabile, breakdown definitivo di tale supporto farebbe cambiare lo scenario rialzista del cross euro dollaro.

Nel momento in cui scriviamo il cross euro dollaro batte quota 1,2306.
Le valutazioni evidenziate in questo articolo non vogliono essere un invito all’investimento, bensì solo analisi tecniche da valutare per possibili operazioni di trading/investimento.

Anche Reddit abbandona Bitcoin

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Anche la piattaforma Reddit abbandona Bitcoin

Ottimi giorni per i trader ribassisti, che stanno vedendo il prezzo del bitcoin scendere a picco e sfondare al ribasso addirittura quota 7000 dollari. Pessimi invece per gli investitori che hanno acquistato Bitcoin solo negli ultimi mesi. Tra le ultime novità inerenti la criptovaluta, vi è l’abbandono da parte di Reddit, piattaforma di condivisione che da tempo era si mostrava entusiasta per la criptovaluta. Essa infatti consentiva di accedere ai propri servizi senza visualizzare la pubblicità tramite account premium pagabili con pagamenti in bitcoin, ma ora che la criptomoneta non vale più come qualche mese fa, ha deciso di chiudere a questa possibilità. Una scelta un po’ utilitaristica, si potrebbe pensare. A buona ragione.

Ad ogni modo, il ben servito di Reddit, fa calare ulteriormente il prezzo del bitcoin. Ci si chiede cosa potrebbe accadere se seguissero la stessa logica anche altri grossi “partner” dell’utilizzo di bitcoin sul web.

Il valore di Bitcoin alle ore 19 di oggi venerdì 30 marzo, batte quota 6696 dollari secondo le medie di CoinMarketCap. Se gli investitori da una parte diminuiscono, dall’altra aumentano i cosiddetti orsi, ovvero i trader che puntano sul ribasso della criptovaluta sulle piattaforme di trading online.

[plus_chart chart=”BTCUSD”]

Trading Petrolio, fase discendente di brevissimo termine

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Trading Petrolio, fase discendete di brevissimo termine

Nella nostra analisi tecnica del 27 marzo 2018 sottolineavamo che osservando il prezzo del petrolio per mezzo di un grafico daily, potevamo notare come esso dopo aver raggiunto quota 66,60$ ha fatto registrare una correzione che si è fermata sulla media mobile a 100 periodi che fungendo da ottimo supporto (cerchi viola) ha fatto rimbalzare i prezzi verso l’alto facendoli arrivare di nuovo fino ad area 66,60$ (linea blu orizzontale) dove si è assistito ad un millimetrico triplo massimo (frecce arancioni). Avevamo concluso dicendo che un breakout definitivo di area 66,60$ avrebbe potuto innescare nuovi ed importanti rialzi.

Trading Petrolio, fase discendete di brevissimo termine

Analizzando, invece, il petrolio per mezzo di un grafico a 30 minuti avevamo evidenziato la fase laterale di brevissimo termine che la materia prima stava attraversando delimitata dalle trendline viola orizzontali. Quando scrivevamo tutto ciò eravamo a quota 65,66$.

Trading Petrolio, fase discendete di brevissimo termine

Cosa è successo successivamente? Le quotazioni del Petrolio dopo aver rotto al rialzo (freccia arancione) la fase laterale di brevissimo termine che avevamo individuato, sono subito rientrate all’interno del range dando vita ad una falsa rottura. Tale falsa rottura è stata successivamente confermata dalla fuoriuscita ribassista che i prezzi hanno avuto dalla fase laterale (freccia blu) che ha fatto arrivare il prezzo del petrolio fino ad area 63,70$. Inoltre, il supporto statico è stato successivamente ritestato dando origine ad un millimetrico pullback (cerchio viola). Il supporto statico è divenuto così resistenza statica.

Cosa aspettarsi per il futuro sul petrolio nel breve/brevissimo termine? A nostro avviso sarà più probabile una continuazione del trend ribassista che potrebbe portare i prezzi fino ad area 64,00$.

Nel momento della scrittura il Petrolio batte quota 64,88$ in situazione flat. Sul prezzo del petrolio si può fare trading tramite le piattaforma CFD di Markets.com.

Le valutazioni evidenziate in questo articolo non vogliono essere un invito all’investimento, bensì solo analisi tecniche da valutare per possibili operazioni di trading/investimento.

*I CFD sono strumenti complessi e presentano un alto rischio di perdita rapida di denaro per via della leva. Tra il 74-89% degli investitori perde denaro quando negozia CFD. Considera se puoi permetterti l'alto rischio di perdere il denaro investito.
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