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Dalle criptovalute agli altri asset, la migrazione dei trader

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criptovalute

Nell’articolo del 28 marzo mettevamo in evidenza il calo entusiasmo e dei prezzi che pesa attualmente sulle criptovalute. Proprio per via di questo calo di interesse, i trader si sono progressivamente adattati. Innanzitutto, hanno iniziato a considerare le criptovalute come degli strumenti non solo propensi ai rialzi, ma anche ai ribassi. Inoltre, si sono adattati alla maggiore “stabilità” del bitcoin (rispetto agli ultimi mesi), che di fatto si mostra più adatta ad un trading con grandi margini iniziali piuttosto che ha un guadagno elevato con pochi euro.

Un altro fattore di adattamento è dato dalla migrazione dei trader dalle criptovalute agli altri asset negoziabili sulle piattaforme di trading, che comprendono crossi valutari tradizionali (come l’euro dollaro e tutte le altre coppie che fanno parte del mercato Forex), le azioni, gli indici, gli ETF e le materie prime. Asset sui quali consentono di negoziare diversi siti di broker tra cui Markets.com e altri molto popolari, che di fatto si sono specializzati nella varietà di strumenti negoziabili da offrire ai clienti retail.

I potenziali motivi della migrazione dalle criptovalute verso altri asset sono molteplici. Il primo motivo potrebbe essere il nuovo interesse per il trading da parte di coloro che l’hanno conosciuto solo con le criptovalute. Il secondo, il rinnovato interesse per il trading su altri asset da parte di coloro che già lo praticavano.

A proposito del trading, è di questi giorni la notizia che L’Autorità Europea degli Strumenti Finanziari e dei Mercati (ESMA) ha approvato l’applicazione della normativa MiFID 2 per il trading online, con l’obiettivo quello di tutelare maggiormente i clienti. In tal senso, i CFD offerti dai broker avranno dei tetti massimi in base agli asset. Ne abbiamo parlato nell’articolo di oggi 29 marzo.

 

Il trading online diventa più sicuro con MIFID 2

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Il trading online diventa più sicuro con l'approvazione della MiFID 2 da parte della ESMA. Novità per CFD e opzioni binarie.
[su_note note_color="#e90a2c" text_color="#ffffff"]Le opzioni binarie e digitali sono vietate in Europa. I contenuti relativi ad opzioni restano in archivio a solo scopo informativo. Se non sei un cliente professionista, ti invitiamo a valutare il Trading Forex, CFD o Criptovalute[/su_note]

L’Autorità Europea degli Strumenti Finanziari e dei Mercati (ESMA) ha approvato l’applicazione della normativa MiFID 2 per il trading online, che ha come obbiettivo quello di tutelare maggiormente i clienti. Tale tutela avverrà, su due fronti: l’applicazione di leve finanziarie più basse sui CFD e l’abolizione delle opzioni binarie. In questo articolo vediamo più in dettaglio cosa dice la nuova normativa e quali saranno le nuove condizioni applicate alle operazioni dei trader. Sebbene tali misure vengano presentate come “temporanee”, è molto probabile che vengano prorogate e mantenute in via definitiva.

Cosa cambia per i CFD con la normativa MiFID 2?

Partiamo dai CFD (Contratti per differenza), strumenti finanziari che hanno la caratteristica di replicare le performance di prezzo di un asset sottostante, costituito da uno strumento finanziario quotato sul mercato.

A proposito dei CFD, l’ESMA ha approvato le norme che prevedono l’abbassamento delle leve finanziarie. La leva finanziaria è il rapporto tra il capitale nominale e il margine, ovvero tra il valore su cui si negozia e l’effettiva esposizione del trader per l’operazione.

Con l’applicazione della MiFID 2, le leve finanziarie dei CFD avranno i seguenti tetti massimi:

  • 30:1 per le coppie valutarie principali
  • 20:1 per le coppie valutarie non primarie, oro e maggiori indici
  • 10:1 per le materie prime diverse dall’oro e per gli indici non-major
  • 5:1 per le azioni individuali
  • 2:1 per le criptovalute

Le altre nuove norme per il trading CFD

Un’altra importante novità per il trading online di CFD prevista dal MiFID 2 riguarda la protezione dal saldo negativo che ora diventa obbligatoria per tutti i broker. Non sarà quindi possibile perdere quote maggiori di quelle presenti sul conto di trading. Va evidenziato, a tal proposito, che alcuni broker come Plus500 hanno già attuato la protezione dal saldo negativo da diversi anni.

A ciò si aggiunge anche un cambio per i margini, che verranno standardizzate al 50% del margine minimo richiesto.

Verranno anche effettuate ulteriori restrizioni sugli incentivi (bonus) offerti per negoziare CFD.

Verrà aggiunto, inoltre, anche una ulteriore avvertenza di rischio in cui verrà pubblicata la percentuale delle perdite tra i clienti di un determinato fornitore di CFD.

Le opzioni binarie vengono vietate

Fine della corsa invece per le opzioni binarie. L’ESMA ha infatti evidenziato come di fatto vi siano dei conflitti d’interesse tra i fornitori degli strumenti finanziari e i clienti, in cui è estremamente difficile valutare l’effettivo buon operato dei broker, qualora anche in buona fede. A ciò si aggiungono le caratteristiche del prodotto, che considerando l’alto tasso di perdite tra i clienti, si è rivelato molto rischioso, nonostante le allettanti condizioni offerte.

L’attuazione in via ufficiale del divieto di offerta e pubblicizzazione delle opzioni binarie arriverà per la fine di Aprile 2018.

 

 

5 per mille, elenco disponibile online

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Disponibile online l’elenco degli iscritti al 5 per mille

E’ stato pubblicato dalla Agenzia delle Entrate l’elenco per quanto riguarda gli iscritti al 5 per mille. All’interno di questo elenco sono contenuti sia i nuovi iscritti per quanto riguarda l’anno 2017 sia quelli presenti nello scorso elenco che faceva cioè riferimento all’anno precedente il 2016.
All’interno dell’elenco sono indicati tutti gli enti suddivisi per categorie come: enti di ricerca scientifica e relativi l’Università, enti per la ricerca sanitaria, associazioni sportive dilettantistiche e enti di volontariato.

Naturalmente gli enti presenti nell’elenco non sono tenuti a presentare nuovamente la domanda di iscrizione mentre quelli che desiderano entrarvi possono presentare la domanda a partire dal 28 Marzo 2018 fino al 7 Maggio 2018 data ultima.
Eventuali errori devono essere segnalati entro e non oltre il 21 Maggio 2018.

Nuove iscrizioni al cinque per mille: come fare

Come detto per quanto riguarda le nuove iscrizioni da parte di enti che cioè non sono presenti all’interno dell’elenco permanente del Cinque per mille, la documentazione da presentare sarà quella regolamentare.

Il tutto potrà essere effettuato entro e non oltre il 7 Maggio 2018 con un’istanza telematica da consegnare all’Agenzia delle Entrate.

Anche per ciò che riguarda la dichiarazione sostitutiva c’è un termine ultimo che è stato fissato al 2 Luglio. In questo caso bisognerà rivolgersi agli uffici appositi in base alla tipologia di ente.

In caso di rifiuto all’iscrizione all’elenco 5 per mille

Nel caso in cui la propria domanda di entrare a far parte degli enti beneficiari del 5 per mille non venga accolta bisognerà provvedere a munirsi di tutta la documentazione integrativa in modo da possedere tutto.

Gli enti hanno poi la possibilità di presentare le nuove domande di iscrizione e di presentare per l’appunto la documentazione aggiornata entro e non oltre il 1 Ottobre 2018 tramite il versamento di un F24 dall’importo di €250.

Fattura elettronica sostituisce scheda carburante

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La fattura elettronica sostituisce la scheda carburante

Una notizia che probabilmente interesserà tutti i detentori di Partita Iva è che, a partire dal 1 Luglio 2018, sarà abolita definitivamente la scheda carburante.
Per effetto della Legge di Bilancio infatti i liberi professionisti non potranno più richiedere la deduzione dell’imposta sul loro reddito tramite questo mezzo ma bisognerà ricorrere esclusivamente a pagamenti elettronici.

Vediamo insieme il motivo per il quale si è giunti a misure così drastiche e quali sono i cambiamenti.

Scheda carburante, le caratteristiche

La scheda carburante, denominata anche carta carburante, è un modulo introdotto nel 1977 che permette ai professionisti detentori di Partita Iva di dedurre le imposte sulle spese per i rifornimenti di carburante conte necessari per svolgere la loro attività professionale.
Questa scheda, secondo la Legge, deve essere istituita per ogni veicolo su strada utilizzato per svolgere la normale attività con cadenza mensile o trimestrale. Questo tipo di scelta è assolutamente libera da qualsiasi vincolo.

Naturalmente i veicoli interessati devono essere intestati al soggetto passivo d’imposta o comunque devono essere posseduti a titolo di comodato d’uso, locazione finanziaria, noleggio ecc. con contratti regolarmente certificati.
Oltre a questo la scheda carburante deve anche contenere elementi come:

  • Gli estremi del veicolo: che permettano la sua individuazione.
  • Gli estremi del soggetto che acquista il carburante: nominativo, ditta, ragione sociale, Partita Iva.
  • Ubicazione della stabile organizzazione: per quanto riguarda soggetti domiciliati all’estero.

Cosa cambia con la fattura elettronica?

Come detto dal 1 Luglio 2018 non si potrà più utilizzare la scheda carburante ma si dovrà ricorrere esclusivamente a sistemi di pagamento elettronici anche se già dal 2011  essa era stata dichiarata non obbligatoria.

La doppia possibilità (scheda carburante e pagamenti elettronici) sarà disponibile fino al 30 Giugno 2018. Dopo questa data non si potranno più detrarre i costi del carburante utilizzando la scheda.
I motivi che hanno spinto a questo tipo di provvedimento risiedono nella volontà di semplificare i rapporti tra il contribuente ed il Fisco e per combattere l’evasione fiscale.
Contestualmente a questa riforma infatti entrerà in vigore l’obbligo di fatturazione elettronica per quanto riguarda i distributori stradali.

Bonus infissi, per finestre anche il bonus mobili

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Arriva il bonus finestre che saranno incluse nel bonus mobili oltre che nella detrazione per recupero edilizio

Chi sostituisce gli infissi del proprio appartamento potrà beneficiare anche del bonus mobili, che includendo anche le finestre diventa di fatto anche un bonus finestre. La detrazione per recupero edilizio, include quindi anche il bonus infissi esterni. Chi desidera modificare il materiale o la tipologia delle finestre potrà accedere alla detrazione Irpef del 50%, che l’ultima legge di bilancio ha prorogato per il 2018. Ad evidenziarlo, è la rivista telematica dell’Agenzia delle Entrate, “Fisco Oggi”.

La proroga riprende quindi la detrazione vigente, che era valida a decorrere dal 1 gennaio 2017 (articolo 16 comma 2, Dl 63/2013 come modificato dall’articolo 1, comma 3, legge 205/2017). In tale articolo viene fatto presente che tuttavia il bonus mobili va calcolato su un importo massimo pari a 10 mila euro e che lo stesso comprende l’acquisto di mobili e grandi elettrodomestici.

Finestre nel bonus mobili, oltre che nella detrazione recupero edilizio

Quindi, chiarire maggiormente il concetto, per gli infissi si possono ottenere due tipi di agevolazioni: il bonus mobili e la detrazione per recupero edilizio.

Questo perché l’Agenzia delle Entrate ha precisato che la la modifica del materiale o della tipologia di finestre rientra nelle casistiche previste dalle detrazioni.

Su quali mobili si può ottenere il bonus?

Il bonus mobili si può ripartire in 10 quote annuali di pari importo, con un massimo di 10 mila euro. Esso comprende anche le spese effettuate per l’acquisto di mobili (da qui il nome) e grandi elettrodomestici (frigorifero, lavatrice, lavastoviglie, forno, climatizzatori ecc.).

Per quanto riguarda i mobili, questi comprendono tutti quelli a cui solitamente ci si riferisce come tali: armadi, poltrone, divani, librerie, cassettiere, scrivanie, tavoli. Sono inclusi anche i materassi. Per quanto riguarda l’illuminazione, sono compresi gli impianti che costituiscono necessario complemento di arredo.

Cambio Ripple Euro, triplo minimo tutto da confermare

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Cambio Ripple Euro, triplo minimo tutto da confermare

Nella nostra analisi tecnica del 21 marzo 2018 evidenziavamo che i prezzi del cambio Ripple Euro, su un time frame a 4 ore, avevano fatto registrare un millimetrico doppio minimo in area 0,44€ circa evidenziato sul grafico con le frecce arancioni. Avevamo aggiunto che i prezzi avevano tentato, invano, di rompere al rialzo la media mobile esponenziale a 200 periodi (cerchi blu), segno di debolezza per il cross che mostrava ancora una tendenza ribassista di breve termine.

Cambio Ripple Euro, triplo minimo tutto da confermare

Analizzando il cambio su un time frame a base oraria sottolineavamo una fase laterale avente come resistenza area 0,59€ e come supporto area 0,52€ (linee viola orizzontali) all’interno del quale le quotazioni si stavano muovendo.
Avevamo concluso dicendo che il senso della rottura (rialzista o ribassista) avrebbe dettato con buone probabilità la direzione futura dei prezzi.

Cambio Ripple Euro, triplo minimo tutto da confermare

Cosa è successo successivamente? Le quotazioni del cambio Ripple Euro hanno ritestato nuovamente area 0,44€ dando vita ad un chirurgico triplo minimo (frecce arancioni). Tale triplo minimo sarà ovviamente ancora tutto da confermare. É, infatti, in atto una forte tendenza ribassista di breve termine.

Cosa aspettarsi per il futuro sul cambio Ripple Euro circa il breve termine? Rimaniamo fermi sulla nostra view della precedente analisi e, a nostro parere, la tendenza bearish di breve termine sarà in atto almeno fino a quando le quotazioni non si porteranno con decisione al di sopra di 0,88€. I nostri indicatori, inoltre, sono tutti in territorio negativo.

Il trading CFD su Ripple, per operazioni al rialzo e al ribasso, è disponibile sulla piattaforma Plus500.

[plus_chart chart=”XRPUSD”]

Nel momento della scrittura il cambio Ripple Euro batte quota 0,4398€.
Le valutazioni evidenziate in questo articolo non vogliono essere un invito all’investimento, bensì solo analisi tecniche da valutare per possibili operazioni di trading/investimento.

E’ svanito il sogno Bitcoin?

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Il crollo delle transazioni del Bitcoin ha abbassato la media delle commissioni

Il 2017 è stato l’anno del Bitcoin e su questo non c’è alcun dubbio. Il 2018, almeno fino ad oggi, invece non v’è dubbio che non lo sia. Che fine ha fatto il bitcoin? Perché non se ne parla più? Quanto vale oggi?

Il progetto Bitcoin è vivo e vegeto, così come lo è dal 2009, l’anno in cui è stato creato. Nonostante il boom sia avvenuto nel 2017, vi sono stati ben altri 8 anni di storia, per la criptovaluta più famosa e più preziosa al mondo. E la sua lunga storia, continua anche senza la luce dei riflettori.

Ma perché non fa più notizia? La risposta è semplice: perché non vi sono né forti rialzi, né forti ribassi. Il 2017 è stato caratterizzato da una serie di rialzi consecutivi e costanti, sospinti da tutti quei nuovi investitori (professionisti e non) che hanno colto un’occasione di guadagno facile (così si presentava) e senza dei limiti ben precisi. Si parlava di bitcoin a 100 mila euro. E’ arrivato a 20 mila ed è tornato a 10 mila. Chi ha rivenduto troppo tardi ci ha perso. A guadagnarci, ancora oggi, è chi ci ha creduto da tempi non sospetti, o semplicemente dall’inizio del 2017.

Oggi il bitcoin vale circa 8000 dollari ma è di gran lunga più stabile rispetto a quanto ha fatto vedere negli ultimi mesi del 2017 e nel gennaio del 2018. Prima una variazione di 1000 dollari in un giorno era una cosa normale. Oggi molto meno. La criptovaluta sembra stia tornando ad uso dei soli “addetti”, così come per gli altri strumenti finanziari, come ad esempio le valute tradizionali o i futures.

Il bitcoin è negoziabile su piattaforme exchange come la popolare Coinbase, così come al rialzo e ribasso con CFD come sulla piattaforma Markets.com.

 

 

Symphony of the Seas: in Italia fatturato in crescita del 30%

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I fatturati per la Symphony of the Seas della Royale Caribbean in Italia aumentano del 30%

Rispetto all’anno scorso, Royal Caribbean ha aumentato le proprie vendite in Italia di un buon 30%. La notizia giunge direttamente da Malaga, dove la compagnia ha radunato influencer ed esponenti dei mass media per festeggiare Symphony on the Seas, la new entry della flotta. Numeri che rappresentano una vera e propria sinfonia per la società.

Ad aprire le danze è stato Silvio Ciprietti, da pochi giorni nominato capo delle vendite per l’Italia, e Giuseppe D’Agostino, responsabile per i canali retail. Merito di questo ritrovato vigore, a detta di Ciprietti, è innanzitutto l’istituzione di un “training manager dedicato alle agenzie”, nonché di “scelte di alto profilo e segmentazione del mercato per target”. In questo modo, ha spiegato Ciprietti, “ci rendiamo più rapidi ed efficienti e godremo di una maggiore copertura di mercato”.

Un segnale di incoraggiamento, poi, arriva dal mercato delle crociere, che in Italia è dato in crescita di oltre 2,5 punti percentuali (sebbene la penetrazione non arrivi al 2%). Cosa aspettarsi dunque dall’estate 2018? In primo luogo tre navi pronte a salpare le coste del Mediterraneo, con una nuova spettacolare Symphony a guidare la fila. La nuova Symphony è una creatura di tutto rispetto, forte non solo di un’infrastruttura “importante”, ma ricca soprattutto di luci, divertimento e servizi di ogni genere che guardano in grande ma anche in piccolo. Ciprietti la definisce non a caso come “un prodotto che supera il concetto di turismo”, perché Symphony è e resterà “il più grande show business del mare”.

I piani della società, in ogni caso, non si fermeranno al 2018. Per quanto riguarda il 2019, infatti, c’è l’intenzione di lanciare tre nuove navi: Jewel da Civitavecchia, Rapsodi da Venezia e Oasis. Per non parlare poi delle offerte che arriveranno sul fronte fly & cruise: i Caraibi, per esempio, potrebbero venire a costare soltanto 500 euro con tanto di voli, transfer e prima notte inclusa!

IPO Dropbox, le azioni ora quotate sul NASDAQ

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Venerdì scorso la IPO Dropbox le cui azioni sono ora quotate sul Nasdaq

La IPO Dropbox ha avuto il suo debutto venerdì scorso. Le azioni della società alla base del progetto di archiviazione in cloud, sono ora quotate sul Nasdaq dopo una Offerta Iniziale al Pubblico largamente anticipata e molto attesa. Si tratta della più grande IPO tecnologica dopo quella di Snapchat di un anno fa.

La società Dropbox è nata nel 2007 ed ha sede a San Francisco. Offre un servizio gratuito di archiviazione e condivisione di file di grandi dimensioni, tra cui anche foto e file musicali. Ai servizi gratuiti si aggiungono dei servizi extra a pagamento. Nel momento del suo debutto sul mercato azionario, Dropbox valeva più di 12 miliardi di dollari.

Per il futuro, Dropbox pianifica di espandersi nel campo dei business software e mirare così a clienti di grosso calibro, sebbene sia un campo in cui vi sono competitor molto forti come Microsoft, Apple e Google. Per fare questo, Dropbox mira ad offrire quello che chiama “un modo illuminato di lavorare”, ovvero in cui vi sia un’ottimizzazione degli spazi (virtuali) di lavoro, cosa che renderebbe tutto più semplice e ordinato.

Le azioni Dropbox sono disponibili per il trading sulla piattaforma di trading CFD Plus500.

[plus_chart chart=”DBX”]

Cross Euro Dollaro, tra breve e medio termine

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Cross Euro Dollaro, tra breve e medio termine

Nel nostro articolo del 23 marzo 2018 evidenziavamo il rialzo dei tassi d’interesse di 25 punti base, già previsto e scontato da tutto il mercato, attuato dal nuovo governatore delle Fed Jerome Powell. Lo stesso Governatore, inoltre, ha lasciato a tre il numero del rialzo dei tassi per il 2018 ed ha indicato altre tre strette monetarie per il 2019. Da un punto di vista tecnico, invece, sottolineavamo che le quotazioni del cross Euro Dollaro non avevano risentito molto della stretta monetaria della Fed soprattutto perché essa era molto attesa dal mercato e quindi già scontata. I prezzi si erano continuati a muovere in maniera laterale. Avevamo concluso dicendo che a nostro avviso era più probabile un movimento lento e graduale verso l’alto piuttosto che uno verso il basso e soltanto un’eventuale braekdown del supporto dinamico ascendente avrebbe proiettato i prezzi verso movimenti ribassisti. Quando scrivevamo tutto ciò eravamo a quota 1,2326.

Cross Euro Dollaro, tra breve e medio termine

Cosa è successo successivamente? Le quotazioni del cross euro dollaro, seppur di poco si sono mosse verso l’alto fino a quota 1,2476, con un conseguente apprezzamento dell’euro nei confronti del dollaro. I prezzi, infatti, si sono portato in maniera decisa al di sopra delle medie mobili esponenziali a 50, 100 e 200 periodi.

Cross Euro Dollaro, tra breve e medio termine

Da un punto di vista di medio termine la tendenza del cross euro dollaro è ancora ben impostata al rialzo; ciò è confermato anche dal fatto che i prezzi si trovano al di sopra del supporto dinamico ascendente (trendline viola) Inoltre, i prezzi stanno continuando a muoversi all’interno del range delimitato dalle linee rosse orizzontali. Tutti i nostri indicatori, infine, si sono portati in territorio positivo.

Cosa attendersi per il futuro? A nostro avviso, sia nel breve sia nel medio termine, i prezzi del cross euro dollaro si continueranno a muovere lentamente ed in maniera graduale verso l’alto. Molto importante sarà comunque il test che i prezzi avranno in area 1,2533.

Nel momento in cui scriviamo il cross euro dollaro batte quota 1,2396. Sul cambio euro dollaro si può negoziare al rialzo e ribasso sulla piattaforma di Markets.com.

Le valutazioni evidenziate in questo articolo non vogliono essere un invito all’investimento, bensì solo analisi tecniche da valutare per possibili operazioni di trading/investimento.

*I CFD sono strumenti complessi e presentano un alto rischio di perdita rapida di denaro per via della leva. Tra il 74-89% degli investitori perde denaro quando negozia CFD. Considera se puoi permetterti l'alto rischio di perdere il denaro investito.
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