Ripple attacca il governo e le politiche sulle criptovalute

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Per Ripple arriva un altro importante cliente che testerà la sua tecnologia

Importantissima mossa “politica” da parte di Ripple, terza criptovaluta al mondo con una capitalizzazione pari a circa 26 miliardi di dollari al momento, la quale si è messa in contatto con il Governo britannico al fine di fargli rivedere alcune normative relative proprio le criptovalute.

Nello specifico un membro senior di Ripple ha invitato proprio il Governo a rivalutare quelle che sono le regole del settore “cripto” il quale è sempre più inteso come un modo per aggirare i controlli governativi o la supervisione delle banche.

In particolare sono stati tre i punti fondamentali toccati da Ripple. Il primo riguarda la protezione dei consumatori i quali, allo stato attuale, non sono tutelati nella giusta maniera.
Gli altri due punti invece riguardano normative relative la stabilità finanziaria e il controllo antiriciclaggio.

Secondo Ryan Zagone, capo delle relazioni regolatorie di Ripple, ci si trova in un momento nel quale si necessita rapidamente di maggiori controlli e regole.

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La situazione nel Regno Unito

Il Regno Unito è da sempre uno dei territori più fertili per lo sviluppo della tecnologia blockchain la quale ha assistito ad una crescita importante in virtù anche delle riforme pro innovazione degli ultimi anni.

Tuttavia secondo Zagone il Governo potrebbe prendere esempio dal Giappone nel quale è stata creata una configurazione normativa che ha permesso a una criptovaluta come il Bitcoin di essere riconosciuta come metodo di pagamento legale e certificato.
Secondo le normative, infatti, in Giappone le borse nazionali che trattano criptovaluta sono obbligate a registrarsi presso l’autorità di regolamentazione finanziaria del Paese per ottenere una particolare licenza che gli permette di operare.

Tramite l’introduzione di regole ben specifiche infatti si potrebbe incrementare in maniera sana questo settore. Non è un caso che un gigante come Yahoo Japan detenga una quota nelle borse nazionali di criptovaluta e abbia presentato domanda per aprire un proprio scambio crittografico.